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Meno risorse per la sanità e la speranza di vita si accorcia. Galletti è ora di cambiare verso, o saranno guai peggiori


Meno risorse per la sanità, e per la prima volta l’aspettativa di vita degli italiani è in calo. “ C’è da riflettere – afferma Angiolo Galletti, presidente di Anap Confartigianato Arezzo – perchè se l’aspettativa di vita degli italiani, per la prima volta dopo tani anni di crescita costante è in calo, siamo sicuri che i tagli alla sanità non c’entrino nulla? Siamo sicuri che il fatto di doversi pagare, sempre di più, farmaci e cure, non abbia fatto rinunciare alla prevenzione a molte persone? Siamo sicuri che qualcuno, per risparmiare, non abbia dovuto rinunciare anche a cure importanti?”

Il dato sulla speranza di vita è contenuto nel rapporto Osservasalute, presentato alla Cattolica di Roma, e secondo lo stesso rapporto il fenomeno è legato ad una riduzione della prevenzione.

“Nel 2015 – prosegue Galletti – secondo Osservasalute la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, mentre nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L’andamento ha riguardato tutte le regioni”.

Ma c’è dell’altro che deve far riflettere secondo Galletti. “E’ la percentuale di persone anziane o vecchie sul totale della popolazione, che invece è in crescita. Oltre un italiano su 5 ha più di 65 anni, e i “giovani anziani” (fra i 65 e i 74 anni) sono oltre 6,5 milioni, pari al 10,7% della popolazione residente. Aumentano anche gli “anziani” (75-84 anni): sono oltre 4,7 milioni e rappresentano ben il 7,8% del totale della popolazione. Questo significa – sottolinea galletti – che ci vogliono più risorse da destinare alla sanità e al welfare, invece ce ne sono sempre meno. Di questo passo l’aspettativa di vita calerà ancora e con essa diminuirà anche la qualità della vita.”

E infatti il rapporto conferma le criticità. “Sono numerosi elementi di criticità – conclude Galletti – con meno risorse pubbliche a disposizione per la sanità si verifica l’aumento dell’incidenza di alcune patologie tumorali prevenibili. La spesa sanitaria pubblica è passata dai 112,5 miliardi di euro del 2010 ai 110,5 del 2014. E’ vero che c’è stata una riduzione dei deficit regionali ma a quale prezzo? E la prevenzione? Il nostro Paese destina solo il 4,1% della spesa sanitaria totale all’attività di prevenzione. Siamo in fondo alla classifica. Sarebbe ora di “cambiare verso”, altrimenti i problemi continueranno a peggiorare.”

 



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