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Anno 2016, il nemico della ripresa è la deflazione. Giovagnoli Confartigianato, prezzi in calo in troppi comparti, edilizia ancora in rosso  


“Dopo un 2015 alquanto incerto e sottotono in molti scommettono su una ripresa più sostenuta nel 2016. Ma ancora, viste le cifre che si registrano nei vari comparti, sembra più un augurio che una realtà. Il problema oggi è quello della deflazione, ovvero di prezzi che non salgono e in molti casi continuano a scendere, alimentando una spirale non positiva, che si chiama deflazione.” E’ questo il giudizio di Mauro Giovagnoli, Segretario di Confartigianato Imprese Arezzo, alla luce degli ultimi dati che riguardano 24 settori produttivi, di cui 12 manifatturieri e 11 dei servizi, oltre il comparto delle costruzioni. “Sono ben 14 i settori in deflazione – dice Giovagnoli – e il calo dei prezzi è particolarmente consistente proprio nel comparto delle costruzioni e anche nel manifatturiero non energetico.”

Ma vediamo meglio la situazione. “A fine 2015 i prezzi dei prodotti manifatturieri non energetici (totale industria al netto dell’energia) scendono dello 0,5% sul mercato interno, dello 0,3% sul mercato estero area euro mentre segnano un leggero aumento (+0,4%) sul mercato estero area non euro dove i prezzi registrano un maggiore dinamismo in un contesto in cui l’euro è deprezzato nei confronti del dollaro del 13,9% rispetto ad un anno prima. I settori manifatturieri non energetici che registrano un aumento dei prezzi sono computer, apparecchi elettronici e ottici, che sono in salita dell’1,2% rispetto ad un anno prima, prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (0,8%), legno e prodotti in legno; carta e stampa e apparecchi elettrici (entrambi con +0,7%). I prodotti delle altre attività manifatturiere segnano +0,5%, le macchine +0,4%, gli articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi +0,3%. “Come si vede – commenta Giovagnoli – si tratta di una crescita molto molto bassa, ma altri settori sono addirittura in condizioni deflazionistiche, e questo non è positivo, anche se apparentemente si potrebbe pensare che al calo dei prezzi corrispondano più acquisti. Invece non è così, è il classico paradosso del cavallo che non beve: c’è disponibilità, prezzi bassi, ma non vanno gli acquisti.” I settori interessati dalla deflazione sono gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-0,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-0,2%), i mezzi di trasporto (-0,3%), le sostanze e prodotti chimici (-2,2%), i metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-2,6%). In forte calo i prezzi dei prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (-16,7%).

In questo quadro il settore che registra la maggiore spinta deflazionistica è quello delle costruzioni. Nel settore delle costruzioni si osserva che nel secondo trimestre 2015 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento diminuisce dello del 3,0% nei confronti dello stesso periodo del 2014. La flessione è rilevata sia per le abitazioni nuove (-2,0%) sia di quelle esistenti (-3,5% su base annua).

Anche sul fronte dei servizi si registrano variazioni positive dei prezzi solo per magazzinaggio e custodia (+1,3%) e movimentazione merci (+0,9%) mentre non presenta variazioni l’indice dei prezzi alla produzione dei servizi di pulizia e disinfestazione. Sono in condizioni di deflazione i trasporti, le telecomunicazioni, i servizi postali e attività di corriere i servizi di vigilanza e investigazione. Nel complesso dei servizi di trasporto e attività di supporto i prezzi calano del 2,3%.

Infine uno sguardo al costo del lavoro, dove la situazione mostra qualche luce, ma le ombre sono ancora nelle costruzioni. Nell’ultimo scorcio del 2015 si registra infatti una variazione tendenziale positiva dello 0,5% del totale delle imprese, di cui 0,9% nel manifatturiero, -0,2% nelle costruzioni e 0,4% nei servizi di mercato.

“Complessivamente – conclude Giovagnoli – vediamo che i dati non supportano grandi trionfalismi, anche se qualche segnale di miglioramento si registra. Continua a preoccuparci molto in particolare il settore delle costruzioni, che è un settore chiave per la ripresa economica, e che coinvolge un gran numero di aziende artigiane anche nei settori connessi. Ci auguriamo che la proroga, e l’allargamento in qualche caso, degli sgravi fiscali legati al settore siano di aiuto, e anche l’alleggerimento delle tasse sulla casa è un passo avanti. Ma occorre di più, meno tasse e meno burocrazia, perchè la ripresa possa farsi più solida e per fare uscire finalmente il Paese dalla crisi.”

 



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