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Un supermercato nell’area del Gavardello, i dubbi di Confartigianato

"Confidiamo nel dialogo con l'Amministrazione Comunale per una visione condivisa sul futuro economico della città"


“La possibilità che nell’area produttiva del Gavardello possa nascere l’ennesimo supermercato, ci sorprende spiacevolmente”. La posizione di Confartigianato Imprese Arezzo è netta “dobbiamo difendere le aree a vocazione artigianale e imprenditoriale del nostro territorio”, sottolinea il segretario di Confartigianato Arezzo Alessandra Papini.

“Qual è la scommessa sul futuro che questa città vuole fare?”, si chiede Mariangela Alterini, imprenditrice e dirigente di Confartigianato.

“Parliamo di una zona che ha una identità e un imprinting imprenditoriale molto chiaro. Un comparto significativo nell’economia aretina che conta molte imprese produttive. L’identità economica di questo territorio è fondamentale perché parliamo di imprese che generano lavoro e reputazione e nel territorio aretino”, aggiunge Alterini.

“Supportare iniziative di visione e non supermercati, significa rafforzare innanzitutto le valenze economiche già consolidate da decenni. Nell’area del Gavardello è nato ormai una sorta di distretto che comprende tantissimi segmenti, dalla meccanica, all’artigianato, all’oreficeria passando per le nuove tecnologie”, spiega Alterini.

Cedere alle lusinghe dell’ultima ora di investimenti o operazioni immobiliari senza tenere in primis in conto le realtà produttive già esistenti, rischia di penalizzare il nostro tessuto economico e sociale. Voglio fare un esempio molto chiaro – sottolinea Alterini – un qualsiasi supermercato potrà generare pochissimi posti di lavoro, un impatto irrisorio, rispetto a quanto può generare un comparto produttivo che coinvolge certamente anche le catene di fornitura e le filiere del territorio, creando rilevanti impatti economici e sociali nella comunità e nel territorio di riferimento, a differenza di quanto può fare un supermercato, con una visione di piccolo impatto occupazionale a danno di considerazioni ben più strutturate. Se questo è il futuro che immaginiamo per Arezzo, la via del declino non sarà lenta, con inevitabile perdita di posti di lavoro. Questa è un’idea di città a macchia di leopardo, se dovesse essere portata avanti vedremo le nuove generazioni penalizzate di tutte quelle possibilità e prospettive che con fatica abbiamo costruito negli anni”. La cultura e la responsabilità d’impresa sono valori che non vanno sacrificati per gli interessi di pochi.”

Secondo Alessandra Papini “Un tessuto come quello aretino, fatto di piccole e medie imprese, non può subire delle operazioni così impattanti in un’area che, per la sua posizione e la sua vocazione consolidata, ha come naturale sbocco lo sviluppo distrettuale. Confidiamo – conclude il Segretario di Confartigianato – che l’amministrazione comunale voglia aprire un dialogo costruttivo con le categorie per comprendere insieme quali e quante sono le occasioni che potremmo perdere portando avanti un’operazione totalmente priva di prospettiva per il futuro”.



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