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Dura presa di posizione del presidente degli orafi di Confartigianato Andrea Boldi

1 Gennaio 2013
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Libera circolazione delle merci e settore orafo: così non va. A prendere carta e penna e inviare una vibrata protesta al Governo Italiano e a chiedere un intervento immediato a tutela delle nostre aziende è il presidente del settore “Orafi e argentieri” di Confartigianato Imprese Arezzo, Andrea Boldi, che è anche presidente della Consulta delle Categorie di Confartigianato. “Ho appreso con incredulità e sconcerto – scrive Boldi – che l’iter per l’entrata dell’Italia nella convenzione di Vienna che avrebbe consentito alle aziende orafe aretine ed italiane di poter vendere in una serie di paesi appartenenti a tale convenzione è stato definitivamente fermato per l’opposizione del governo Ceco (la stessa repubblica Ceca entrata nella unione europea col si dell’Italia e che gode dei copiosi finanziamenti comunitari). Sarà a questo punto necessario – soggiunge Boldi – ricorrere alla Corte di Giustizia della comunità europea con ulteriore slittamento dei tempi e con esito dubbio. Di fatto – rimarca il presidente degli orafi di Confartigianato Imprese Arezzo – il settore orafo di cui vive la nostra città viene sistematicamente massacrato da insulse normative europee calate dall’alto, non ultima quella sul nichel che sta mettendo in crisi le diecimila aziende di produzione ed i venticinquemila dettaglianti italiani e per contro è l’unico settore in cui non esiste il mercato libero in Europa. L’Europa non è direttamente responsabile della Convenzione di Vienna – continua Boldi – ma evidentemente se un Paese comunitario va contro gli interessi diretti di un altro Paese appartenente all’Unione Europea il problema è chiaramente di rapporti dentro l’unione e di credibilità e forza dell’Italia nella stessa. Il governo attuale si vanta del proprio prestigio e della credibilità internazionale riconquistata – fa notare Boldi – ma personalmente vedo in episodi come questo solo sudditanza e servilismo nei confronti di una Europa finanziaria che distrugge la piccola impresa e l’incapacità di difendere gli interessi di settori produttivi come quello orafo. La misura è colma e la situazione – conclude – non più sostenibile passivamente. Chiediamo pertanto un immediato intervento in sede europea a tutela degli interessi del nostro settore e un intervento analogo nei confronti della Repubblica Ceca. Auspico anche – chiosa infine Boldi – la creazione di un governo di qualsivoglia colore o tipo che magari abbia meno prestigio ma che faccia qualcosa di concreto o quantomeno…faccia meno danni.”



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