Turismo: obbligo riconoscimento “de visu” nelle strutture ricettive

Con la sentenza del 21 novembre 2025, il Consiglio di Stato interviene in modo definitivo sulla gestione degli accessi nelle strutture ricettive, annullando il precedente pronunciamento del TAR Lazio e ripristinando l’obbligo del riconoscimento “de visu” degli ospiti, comprese le locazioni brevi.

La decisione segna di fatto lo stop alla pratica del self check-in, riaffermando la centralità del controllo diretto da parte dei gestori delle strutture.

Secondo quanto stabilito dal massimo organo di giustizia amministrativa, i titolari di strutture ricettive e di immobili destinati alle locazioni brevi, oltre a raccogliere e trasmettere i dati del documento di identità all’autorità di pubblica sicurezza, devono verificare personalmente la corrispondenza tra il documento esibito e l’effettivo ospite.

La sentenza è stata accolta positivamente dalle associazioni di categoria del settore turistico. In particolare, Federalberghi Toscana – Confcommercio ha sottolineato come il riconoscimento diretto rappresenti una tutela concreta per la sicurezza dei residenti, soprattutto nei centri storici e nelle aree a forte vocazione turistica, dove il flusso continuo di ospiti richiede controlli attenti e responsabili.

Resta tuttavia un elemento di incertezza interpretativa. Il Consiglio di Stato ha infatti precisato che l’identificazione “de visu” non si esaurisce necessariamente nella verifica analogica, senza però chiarire quali modalità alternative possano essere considerate idonee ai fini dell’articolo 109 del TULPS.

Un passaggio che rende auspicabile un intervento chiarificatore da parte del legislatore o del Ministero dell’Interno, attraverso una circolare che definisca in modo puntuale le modalità di identificazione a distanza eventualmente ammesse, garantendo certezza operativa agli operatori del settore.

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