Critica la posizione delle Regioni e delle Province Autonome sul disegno di legge in tema di consumo del suolo. Approvato lo scorso 15 giugno in Consiglio dei Ministri, il provvedimento coinvolge direttamente il settore dell’edilizia ponendo forti limiti alle costruzioni laddove queste si collochino in aree agricole.
Secondo i tecnici regionali, riuniti in vista della Conferenza Unificata, il ddl affronta la materia, di per sé complessa, senza una visione unitaria di territorio e di politica territoriale integrata.
Il testo approvato ricalca nell’articolato l’impostazione della proposta di ddl presentata dal ministro Catania nella precedente legislatura sulla valorizzazione delle aree agricole, con un’impostazione settoriale che ne sminuisce il valore strategico e con un meccanismo di gestione tanto complicato quanto inapplicabile. Tale circostanza vanifica di fatto il lavoro emendativo al ddl Catania che le Regioni avevano condotto.
Lo schema di ddl, sottolineano i tecnici delle Regioni, risulta “lesivo delle competenze regionali” e “rischia di innescare contenziosi tra livelli di Governo e con i privati in ragione della espressa previsione di divieto, per un periodo di tre anni, di consumo di superficie agricola che, per come definita nel medesimo ddl, equivale ad un indifferenziato e sostanziale blocco degli strumenti urbanistici vigenti”.Le Regioni, dunque, pur condividendo le priorità di riuso del costruito e della rigenerazione urbana, ritengono “inemendabile” il disegno di legge e ribadiscono “la necessità di definire principi fondamentali in materia di governo del territorio che fungano da necessaria cornice all'azione legislativa e programmatica delle Regioni volta allo sviluppo sostenibile dei sistemi urbani e territoriali”.