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OroArezzo. Scenari globali e sfide per l’oreficeria al centro del talk show promosso dalla Consulta orafa

Tra i relatori dell'evento il Dott. Enrico Quintavalle, Responsabile nazionale dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese


I padiglioni di OroArezzo hanno fatto da sfondo ad un importante momento di confronto sullo scenario economico internazionale e sulle ricadute per il settore orafo italiano.

Elemento centrale del talk show, promosso dalla Consulta Orafa in collaborazione con la Camera di Commercio Arezzo-Siena, l’analisi di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, con una relazione dal titolo emblematico “Imprese e made in Italy dell’oreficeria, le sfide del nuovo (dis)ordine mondiale”. Una riflessione importante dedicata a tutti gli imprenditori del settore, per orientarsi in questo delicato momento e per analizzare le trasformazioni in atto nei mercati globali e il posizionamento del Made in Italy orafo.

Accanto a lui, sono intervenute voci autorevoli del comparto: Luca Parrini (Presidente della Consulta Orafa e degli Orafi di Confartigianato), Mauro Benvenuto (Presidente CNA Orafi Arezzo), Giordana Giordini (Presidente di Confindustria Orafi), Massimo Guasconi (Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena) e Matteo Farsura (Direttore della divisione “Jewellery & Fashion” di Italian Exhibition Group). L’evento è stato moderato dal Segretario generale della Camera di Commercio Arezzo-Siena, Marco Randellini.

“OroArezzo è un importante banco di prova – ha detto il Presidente della Consulta Orafa e degli Orafi di Confartigianato, Luca Parrini – per testare il sentiment dei buyer internazionali nell’attuale congiuntura economica. È certamente un momento di difficoltà, legato alle tensioni internazionali ed alle politiche sui dazi. Dopo la frenata che si è registrata nei primi mesi dell’anno, la Fiera rappresenta anche una dimostrazione della voglia che hanno le aziende di rimanere sul mercato, combattere questa crisi e mostrare tutta la loro resilienza. Il confronto con i buyer è centrale per costruire i percorsi del prossimo futuro e comprendere le loro opinioni e sensazioni. Dobbiamo sicuramente metterci nei panni di chi deve acquistare il nostro prodotto e quindi realizzare, in questa fase, pezzi che vadano incontro a queste esigenze. Il dialogo è centrale per superare questa fase”.

“L’incontro di questa mattina ha confermato come le attuali tensioni geopolitiche e la guerra commerciale in corso rappresentino una seria minaccia per il settore della gioielleria ha dichiarato Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio Arezzo-Siena – Negli ultimi anni, le nostre produzioni hanno conquistato i mercati internazionali, contribuendo in modo significativo alla bilancia commerciale italiana grazie all’innovazione e alla resilienza dei nostri imprenditori. A maggior ragione occorre quindi sottolineare l’importanza di eventi come OroArezzo, che forniscono un supporto essenziale alle imprese del settore, offrendo visibilità e opportunità di business. È altresì necessario monitorare attentamente l’evoluzione della situazione e supportare attivamente le nostre aziende soprattutto nella diversificazione dei mercati di sbocco esteri, strategia obbligata per ridurne la vulnerabilità nei confronti di shock esterni e fluttuazioni della domanda.”

“Il rapporto che abbiamo presentato – ha commentato Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato – mette in evidenza come il settore dell’oreficeria, in particolare quello della provincia di Arezzo, sia inserito in questa elevata turbolenza a livello globale. C’è stata una buona performance nel corso del 2024, ma concentrata solo su un mercato, quello della Turchia. Serve oggi una maggior diversificazione, anche per fronteggiare gli impatti e le conseguenze dell’applicazione di dazi che potrebbero pesare per oltre 10 punti percentuali su un export verso gli Stati Uniti che vale 1,5 miliardi di euro”.

Crisi globale e il made in Italy dell’oreficeria. Il report di Confartigianato a OroArezzo

L’Italia è il primo paese dell’Unione europea nella produzione di gioielleria con 33mila addetti nel settore, pari ad oltre un quarto (27,5%) del totale UE, davanti a Francia con 27mila addetti, Germania con 14mila addetti, Spagna con 7mila addetti e Polonia con 6mila addetti. La leadership europea è sostenuta da un’alta vocazione artigiana: il comparto della gioielleria conta 10.606 imprese, di cui 8.177, pari al 77,1% sono imprese artigiane, nelle quali lavora la metà (45,5%) degli occupati.

L’analisi del settore è proposta nel report ‘Imprese e made in Italy dell’oreficeria: le sfide del nuovo (dis)ordine mondiale’ presentato oggi da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi, in un talk show a Oroarezzo 2025 promosso dalla Consulta Orafa. Qui per scaricare il report. L’evento ospiterà i lavori del Consiglio Nazionale di Confartigianato Orafi. Qui le iniziative di Confartigianato Arezzo nell’ambito della mostra.

L’andamento del comparto orafo italiano si inserisce in un contesto globale caratterizzato dalla guerra dei dazi, da tensioni geopolitiche, da un rallentamento della manifattura europea e da una prolungata fase recessiva della Germania. L’annuncio dei dazi da parte degli USA e delle contromisure di Cina e UE ha portato l’indicatore di incertezza sugli scambi commerciali ai massimi storici e ad una revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell’export italiano, rinviando la ripresa delle vendite del made in Italy al 2027.

Il comparto orafo, pur segnando un calo della produzione, si distingue per una performance positiva dell’export che nel 2024 è salito del 38,9%, un incremento trainato dalla forte crescita delle vendite in Turchia. Tra gli altri mercati, si osserva una crescita delle vendite dell’oreficeria made in Italy negli Emirati Arabi Uniti – quarto mercato dell’oreficeria italiana – oltre che nei Paesi Bassi, in Israele, Corea del Sud e Panama (qui il recente focus dell’Ufficio Studi sul mercato panamense).

Il quadrilatero d’oro – Nel 2024 l’Italia esporta prodotti della gioielleria per 16,0 miliardi di, pari al 41,6% del totale UE. L’87,7% dell’export italiano si concentra nella quattro province di ArezzoAlessandriaMilano e Vicenza. In una classifica ibrida tra territori italiani e gli altri 26 paesi UE, il quadrilatero d’oro è il primo esportatore dell’Unione europea, davanti a Francia, Belgio, Germania e al resto dell’Italia.

Tra le quattro province top si registra una maggiore specializzazione del comparto ad Arezzo e Alessandria dove che l’occupazione nel settore orafo è pari rispettivamente al 6,8% e al 4,8% del totale a fronte della media nazionale dello 0,2%.

Il rischio dazi e l’export negli USA – Nel 2024 gli Stati Uniti sono il secondo mercato per l’export orafo italiano dietro alla Turchia, dopo essere stato primo mercato tra il 2020 e il 2023. Tra i territori del ‘quadrilatero d’oro’ gli USA sono il primo mercato per l’oreficeria della provincia di Vicenza, e il terzo per quelle di Arezzo, Alessandria e Milano. Il valore delle esportazioni è di 1.479 milioni di euro nel 2024, pari al 9,3% del totale export orafo italiano. Una applicazione di dazi aggraverebbe il calo delle vendite sul mercato USA che nel 2024 ha già registrato una flessione del 9,2% rispetto al 2023.

Il mercato USA rimane strategico ma meno centrale rispetto al passato. La dipendenza da politiche tariffarie rende il mercato vulnerabile. Diventa cruciale diversificare i mercati e rafforzare il posizionamento competitivo della produzione italiana della gioielleria, come evidenziato un recente studio di Confartigianato sulle esportazioni dei settori di MPI – che comprende anche la gioielleria –  in aree ad elevato potenziale: America Latina, Sud Est Asiatico, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Nord Africa e Africa Subsahariana.

Le sfide – Il comparto orafo italiano si conferma un’eccellenza del made in Italy, resiliente e capace di crescere nonostante il difficile contesto globale. Le sfide per il futuro sono delineate dalla crisi demografica che contribuisce ad accentuare la difficoltà di reperimento del personale, gli investimenti per affrontare la doppia transizione, digitale e green, la qualità del prodotto e l’innovazione. Su questi temi il report di Confartigianato sottolinea che la gioielleria è il primo settore manifatturiero per la presenza di presenza di design nei progetti di innovazione, mentre evidenzia che nel 2024 il 71,6% delle entrate di orafi e gioiellieri è risultato di difficile reperimento, un fenomeno più accentuato in Lombardia (87,1%) e Piemonte (79,4%) e Veneto (72,2%).

Export gioielleria e pietre preziose nel ‘quadrilatero d’oro’, resto d’Italia e altri 26 paesi Ue

2024, milioni di euro. Nace 2 32.1. Quadrilatero AVAM: Arezzo, Vicenza, Alessandria, Milano – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat ed Eurostat

Guarda QUI il Reel con i momenti salienti del talk show

Guarda QUI l’intervista di Rai News ad Enrico Quintavalle

Per saperne di più è necessario contattare il Coordinatore di Confartigianato Orafi, Paolo Frusone (Tel. 0575314285 – paolo.frusone@artigianiarezzo.it)

La fotogallery dell’evento



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