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Marco Sensi, Presidente Provinciale Confartigianato Trasporti, la riforma del settore è inconcludente e sbagliata, dovrà essere rivista


No al liberismo incondizionato e al far west nel settore dell’autotrasporto che rischia di scaturire a seguito dell’approvazione della Legge di Stabilità.

Le nuove norme, andando oltre la sentenza dell’Unione Europea sui costi minimi della sicurezza, hanno di fatto introdotto una mezza rivoluzione nel settore dell’autotrasporto.

Azioni a favore dal liberismo spinto ed incontrollato che potrebbe portare a forti distorsioni del mercato. Se da un lato l’abolizione della scheda di trasporto è stata vista dai più un successo, dall’altra ne deriva che sarà sempre più difficile individuare il reale committente del servizio di trasporto e il caricatore, che ancora oggi rimangono invece corresponsabili con il vettore per ogni infrazione fiscale, contributiva e al codice della strada.

Confartigianato ha tentano fino all’ultimo con una serie di emendamenti presentati dai vari gruppi parlamentari di apportare delle modifiche che se da un lato andavano nella direzione di liberare l’impresa di trasporto dall’eccessiva burocrazia, dall’altro tendevano a garantire il rispetto delle norme e la sicurezza sociale.

La “fiducia” posta dal Governo sul testo presentato in aula ha pero’ vanificato tutti gli sforzi fatti e la realtà è che stiamo andando verso un settore caratterizzato sempre più da servizi al massimo ribasso, dalla distorsione della concorrenza determinato dallo sfruttamento di imprese ormai disperate costrette a trasgredire le regole specialmente in tema di diritto del lavoro e dal fenomeno sempre più ampio dell’abusivismo, specialmente da parte di imprese straniere, considerato anche i pochi controlli messi in campo dalle Forze dell’Ordine per ciò che riguarda il cabotaggio.

Purtroppo – dice Sensi – abbiamo dovuto constatare che la scelta fatta dal Governo è stata “ideologica” e che si legge sottotraccia la volontà di far estinguere l’autotrasporto artigiano riducendolo sempre più a fonte di manodopera asservita ai poteri dei grandi vettori internazionali piuttosto che valorizzare ed incentivare imprese italiane professionalizzate e specializzate”.

Proprio per questo è stato anche introdotto il meccanismo della “sub-vezione” e di ribaltamento di tutti gli oneri in carico al primo vettore piuttosto che direttamente al committente o addirittura al proprietario delle merci.

“Da anni lottiamo perché – continua Sensi – i committenti e i proprietari delle merci trasportate siano corresponsabili con tutti gli altri attori della filiera del trasporto, ma con i provvedimenti approvati, l’autotrasporto, già anello debole della catena, diventerà il soggetto su cui ricadranno tutti i vizi di un mercato sempre più appannaggio di pochi e grandi gruppi industriali che spesso non posseggono neppure i camion per spostare le merci delle nostre aziende italiane e che mirano solamente ai massimi guadagni a discapito di sicurezza stradale e sociale”.

“L’unico aspetto positivo delle nuove norme – conclude Sensi – è l’accresciuta responsabilità solidale, fiscale e contributiva del Committente nell’affidare servizi di trasporto a vettori non in regola, tramite la richiesta del Durc e della regolare iscrizione all’Albo degli Autotrasportatori, con la previsione di realizzazione di un portale con i nominativi delle imprese italiane virtuose”.

 



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