Sicurezza, formazione, manutenzione: sono queste le tre parole chiave per il trasporto stradale a giudizio di Confartigianato. “Dopo quello che è accaduto a Bologna e poi a Genova – osserva Marco Sensi, presidente provinciale Autotrasporto di Confartigianato – c’è bisogno di tenere alta l’attenzione su questo settore. Si tratta di due avvenimenti diversi, che richiamano la necessità di non abbassare la guardia e dimenticare le cose, non appena passato il clamore del momento, come capita spesso in questo Paese. Il primo avvenimento, quello di Bologna – ricorda Sensi – ci mette davanti alla necessità di garantire la sicurezza dell’autotrasporto e la formazione dei conducenti. Due cose queste che sono necessarie sempre, a maggior ragione quando si trasportano sostanze pericolose. Quello che invece è accaduto a Genovab – prosegue Sensi – richiama il tema della manutenzione delle infrastrutture. Negli anni ’60e ’70 si è costruito tanto, ma anche il cemento armato non è eterno e ha bisogno di manutenzione. Anche in provincia di Arezzo ci sono situazioni che vanno sistemate, basti pensare alla E45 e alla E78, ma sopratutto va fatta una costante opera di manutenzione e va tenuto in ordine anche l’assetto stradale secondario, in modo da garantire viabilità alternative in caso di bisogno. Chiediamo alle Istituzioni che si attivino per una manutenzione soft, che non impatti sulle necessità di lavoro e di vita di imprese e cittadini e siamo disponibili come Associazione ad un confronto costruttivo su queste tematiche. Si deve investire – sottolinea Sensi – in questo settore, non solo perchè è giusto garantire la sicurezza di tutti, ma anche perchè è un settore che può garantire ai giovani un’occupazione con redditi interessanti. Mi auguro – ribadisce – che queste ultime tragedie servano per avviare un nuovo ciclo, perchè non vogliamo più piangere vittime che possono essere evitate con un poco di impegno in più sulla sicurezza e la manutenzione. Infine – conclude – vorrei ricordare la necessità di intervenire sugli appalti, per rendere più rapide le cose. Oggi in Italia si assiste al paradosso che servono 5 anni per fare una gara e 1 anno per fare i lavori. E poi ci sarebbe anche la necessità di una tariffazione unica su tutta la rete autostradale europea, ricordo che c’era anche una direttiva in questo senso. Potrebbe essere la volta buona che la si rende effettiva, anche da noi, sull’esempio di Germania, Austria e Croazia, dove le cose funzionano molto bene.”