Gli orafi non sono compro oro. Primi risultati del pressing di Confartigianato
Gli orafi non sono ‘compro oro’: Confartigianato continua a battersi contro la legge, in vigore dal 5 luglio, che ha esteso agli imprenditori artigiani gli onerosi adempimenti imposti a chi svolge compravendita di metalli e oggetti preziosi.
E i primi risultati del pressing di Confartigianato sono arrivati in questi giorni con il parere favorevole del Ministero dello Sviluppo economico ad un emendamento sollecitato proprio dalla Confederazione per modificare la nuova normativa ed escludere gli orafi dagli obblighi imposti ai compro oro. Confartigianato ha segnato un punto a favore. E adesso la battaglia continua per centrare l’obiettivo finale.
Come già anticipato il testo del Decreto 92 del 25 Maggio 2017 (in vigore dal 5 Luglio 2017) è stato approvato, purtroppo, senza grandi modifiche rispetto allo schema sul quale Confartigianato Orafi ha prodotto una serie di importanti osservazioni presentate poi in audizione nelle Commissioni al Senato e alla Camera.
In particolare si evidenzia quanto previsto dall’art. 3, comma 4, che recita “Le modalità tecniche di invio dei dati e di alimentazione del registro sono stabilite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto…”. Questo decreto ministeriale conterrà anche “l’entità e i criteri di determinazione del contributo dovuto dagli iscritti, a copertura integrale dei costi di istituzione, sviluppo e gestione del registro nonché le modalità e i termini entro cui provvedere al relativo versamento”.
La categoria è quindi intervenuta presso il Ministero delle Finanze-Dipartimento del Tesoro, e ha ottenuto indicazioni sui prossimi passi dell’iter attuativo. Inoltre ha presentato un emendamento contenuto nel Decreto Legge sulla crescita economica del Mezzogiorno (in fase di conversione) teso ad escludere dalla definizione di compro oro “le attività occasionali connesse strumentalmente all’esercizio delle attività di lavorazione dei metalli preziosi e delle gemme”, quindi quegli operatori del settore che si occupano di lavorazione dei metalli preziosi e che in maniera occasionale e accessoria effettuano anche compravendita di oggetti usati in oro o in altri metalli preziosi, che siano prodotti finiti, gioielleria, rottami, cascami o avanzi in oro e gemme, nonché la loro permuta. L’emendamento ha ottenuto il parere favorevole del MISE.
Per tutte le informazioni a riguardo è possibile contattare il Coordinatore Paolo Frusone (Tel. 0575.314285 – paolo.frusone@artigianiarezzo.it)