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Giornata dell’economia. L’export il primo a ripartire

Gli atti dell'evento annuale promosso dalla Camera di Commercio di Arezzo Siena

2 Dicembre 2021
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Mercoledì 1 Dicembre presso la Borsa Merci di Arezzo si è tenuta la consueta Giornata dell’Economia 2021, un’importante occasione di analisi e confronto sullo stato di salute dell’economia del territorio aretino promosso dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena.

Quale è stato l’impatto della pandemia nell’economia aretina? E quali sono le prospettive? Sono questi i temi che sono stati affrontati attraverso i principali indicatori economici del territorio ed il Report Arezzo 2030 realizzato da Università degli Studi di Siena, Acli e Movimento Cristiano dei Lavoratori.

Il Report ha consentito di raccogliere più di 300 indicatori a livello locale e di avere una chiara descrizione, per la Provincia di Arezzo, del suo grado di sviluppo verso l’Agenda 2030.

La ricerca è stata presentata dal professor Gianni Betti e dalla professoressa Francesca Gagliardi che hanno elaborato i dati demografici, economici e sociali riferiti alla provincia di Arezzo contestualizzandoli e riorganizzandoli nella più ampia cornice dei 17 obbiettivi dell’Agenda 2030 sviluppata dalle Nazioni Unite e delle metriche di Benessere Equo e Sostenibile (BES) sviluppate da ISTAT. 

Le conclusioni sono state affidate all’onorevole Bruno Tabacci, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La situazione Aretina

L’economia aretina, un po’ come in tutto il resto del Paese, ha subito un pesante contraccolpo a causa dell’emergenza pandemica che dovrebbe tradursi in una perdita del 10,1% del valore aggiunto provinciale. La crisi, però, non ha impattato in egual misura nei vari comparti: i più colpiti sono stati l’agricoltura (-15,8%) e l’industria (-12,2%). Più contenute le flessioni delle costruzioni (- 8,6%) e del terziario (-9%) che, oltre ai servizi in senso proprio, comprende anche il commercio e le attività ristorative e del turismo e rappresenta circa il 64% del valore aggiunto complessivo.

Le aziende che esportano sono state le prime a ripartire

Le prime a rialzarsi in piedi dopo l’emergenza sono state quelle aziende che lavorano con i mercati esteri: in media sono riuscite a recuperare prima e meglio le perdite.  Nonostante la crisi, infatti nel 2020 le esportazioni aretine sono cresciute del +24,5%. Nei primi sei mesi del 2021 la tendenza si è ulteriormente rafforzata portando l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2020 a +14,4%.

Inflazione e difficoltà di approvvigionamento

Con la ripartenza, però, si sono create notevoli difficoltà di approvvigionamento delle materie prime necessarie per far nuovamente decollare la produzione. Una situazione “aggravata dalla richiesta aggiuntiva per ricostituire le scorte ormai esaurite. È a questo punto – ha spiegato il Presidente della Camera di Commercio Arezzo-Siena Massimo Guasconi – che si è creato un cortocircuito nella supply chain mondiale e la carenza di materie prime disponibili ha portato ad un’impennata dei prezzi. Oggi il problema non è solo avere un approvvigionamento sufficiente, ma anche gestire i rincari che le materie prime ed i componenti intermedi hanno subito, la cui corsa al rialzo non accenna a rallentare”.

La difficoltà a trovare personale

L’ecosostenibilità e la digitalizzazione, già tra i principali driver del mercato del lavoro, nei prossimi anni assumeranno un peso ancora più rilevante con l’impulso degli investimenti europei volti alle transizioni green e digitale. Infatti, la risposta alla crisi viene vista come un’opportunità per accelerare il Green Deal europeo, considerando la “sostenibilità competitiva” come un fattore cruciale della resilienza. 
“Il confronto tra domanda e offerta di neo-laureati mostra per il quinquennio potenziali situazioni di carenza nell’offerta per l’indirizzo medico-sanitario e nei diversi ambiti STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Le stime evidenziano un significativo mismatch domanda-offerta per l’istruzione e formazione professionale (IeFP), essendoci un’offerta formativa complessiva in grado di soddisfare solo il 50% della domanda potenziale, con situazioni ancora più critiche per gli indirizzi della meccanica, della logistica e dell’edilizia”.

Credito e risparmi

La riduzione della spesa per consumi, solo parzialmente giustificata da una contrazione dei redditi, si è trasformata in una crescita rilevante della propensione al risparmio: sulla base dei dati Banca d’Italia nel corso del 2020 i depositi delle famiglie aretine sono infatti cresciuti del 6,3%, sfiorando i 6,3 miliardi di euro, con una chiara predilezione per la liquidità (depositi in conto corrente crescono del +9,6% e si attestano a 4,2 miliardi di euro) e continuando poi ad incrementarsi anche nella prima metà del 2021.
“Nel corso del 2020 e nella prima metà del 2021 l’emergenza non ha portato ad un peggioramento della qualità del credito in provincia di Arezzo: al contrario, il tasso di deterioramento tende a calare in maniera sensibile, anche grazie al fatto che le misure emergenziali di sostegno al sistema economico al momento hanno «sterilizzato» le naturali conseguenze di una crisi epocale sia in termini di intensità che di pervasività”.

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