Dazi USA al 30% “Arezzo tra le province più esposte. Incertezza paralizzante per le imprese”
Il Presidente Maurizio Baldi sulla decisione del Presidente Donald Trump "Fondamentale sostenere la linea del dialogo USA-UE"
“L’incertezza sulle decisioni internazionali era fino a ieri il nemico più pericoloso per le nostre imprese. Rinvii, minacce di dazi e negoziati incerti hanno paralizzato le scelte di investimento e frenato la fiducia degli imprenditori. Con l’annuncio di Trump gli imprenditori possono scegliere come reagire e affrontare questo nuovo scenario”.
Così Maurizio Baldi, Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo, commenta la decisione diramata nelle scorse ore dal presidente Trump, che fissa al 30% il valore dei dazi tra USA e Unione Europea a partire dal 1 Agosto.
Ad Arezzo l’export delle piccole imprese verso gli Usa vale 557 milioni (4,8% del Pil), di cui gioielleria all’89,6%. Arezzo si posiziona quarta tra le province italiane più esposte nel mercato delle esportazioni verso gli USA. Firenze è al primo posto con 1.546 milioni, poi Vicenza con 933 milioni e Belluno 805 milioni. A questo quadro si aggiunge l’effetto negativo del cambio euro-dollaro, che si è svalutato dell’11,2% tra gennaio e giugno 2025, andando a penalizzare ulteriormente la competitività del Made in Italy sul mercato americano.
“Il nostro territorio – continua Baldi – è tra i più esposti in Italia ai rischi legati ai dazi statunitensi, in particolare per il settore della gioielleria, che da solo rappresenta quasi il 90% dell’export aretino verso gli Stati Uniti. È un impatto potenzialmente devastante per un’economia fondata su micro e piccole imprese, fortemente internazionalizzate e specializzate”.
I dazi al 30% sui prodotti europei rischiano di infliggere un duro colpo all’export italiano negli Usa, in particolare alle micro e piccole imprese. Nei dodici mesi a fine aprile 2025 ammonta a 66,6 miliardi di euro. Di questi, ben 17,87 miliardi di euro provengono dalle piccole imprese. L’annuncio dei nuovi dazi arriva in un contesto già fragile. Il 34° report congiunturale di Confartigianato, che evidenzia come nel primo quadrimestre 2025 l’export verso gli USA nei settori delle micro e piccole imprese (MPI) abbia retto con un incremento medio dell’1,0%, grazie soprattutto a comparti come alimentare (+9,3%) e moda (+3,6%), ma con segnali preoccupanti per gioielleria e occhialeria (-9,7%), prodotti in metallo (-6,8%) e mobili (-2,0%).
“Il nodo da sciogliere – afferma Baldi – non è solo commerciale, ma strategico: servivano certezze e una visione politica chiara. Le nostre imprese stanno dimostrando una grande capacità di resistenza e adattamento, ma il continuo rinvio di decisioni, sfociato poi con l’annuncio di ieri dalla Casa Bianca, ha creato un clima di attesa che è diventato, con il passare delle settimane, un limbo dannoso. Ogni giorno trascorso ha gravato sui bilanci aziendali, ora è necessario recuperare questo tempo di attesa. I nostri imprenditori devono prendere una strada ben definita. L’incertezza che ha regnato fino a questo momento, da un lato non ha permesso agli imprenditori di pianificare azioni e fare scelte rispetto ai mercati di riferimento e dall’altro ha bloccato l’avvio di azioni sindacali concrete e puntuali a sostegno delle aziende e dei loro bisogni prioritari.”
La Toscana è la seconda regione italiana per valore esportato in settori a forte presenza di MPI e risulta la seconda regione europea per occupati nell’abbigliamento e la terza regione nel tessile, mentre diventa la prima regione europea per gli articoli in pelle. Nel territorio aretino il Valdarno è punto di riferimento per quanto concerne l’indotto della moda. Sul piano dell’oreficeria tutta la provincia di Arezzo conta 1.127 aziende attive e 8.411 addetti.
Baldi conclude sostenendo la linea del Presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, quella cioè di perseguire con determinazione la via del dialogo con Washington: “Serve un forte rilancio del dialogo USA-UE, che possa scongiurare un’escalation protezionistica che metterebbe in crisi territori come il nostro, dove l’export non è solo una voce economica, ma un’identità produttiva. Se l’Europa in questo momento sta lavorando in un “doppio binario” tra la diplomazia delle trattative e l’azione concreta delle contromisure, al Governo chiediamo misure rapide per sostenere l’export, incentivare l’innovazione e rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo. Le imprese artigiane aretine hanno dimostrato di sapere stare sui mercati mondiali: adesso meritano strumenti certi e concreti per continuare a farlo”.