Crisi Moda, Cerofolini: “Puntare su filiere locali e investimenti”

La moda italiana affronta oggi una fase di grande trasformazione, caratterizzata da consumi ancora deboli, pressioni sui mercati globali e impatti dei dazi, ma anche da segnali di resilienza. Siamo di fronte a una fase di transizione strutturale, in cui sostenibilità ambientale, innovazione digitale e riorganizzazione delle filiere stanno ridefinendo modelli produttivi e competitività. Una trasformazione che, se non adeguatamente accompagnata, rischia di colpire in modo particolare le micro e piccole imprese artigiane, cuore del sistema moda anche nel territorio aretino.

È su questo fronte che si concentra l’impegno della Federazione Moda di Confartigianato Arezzo, che chiede politiche industriali mirate per governare la transizione senza disperdere competenze, occupazione e valore.

Secondo i più recenti dati elaborati dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena, la provincia di Arezzo ha registrato nei primi nove mesi del 2025 oltre 12 miliardi di euro di esportazioni complessive, con una crescita del +12,7% rispetto all’anno precedente. Anche il comparto moda, nonostante le difficoltà generali, ha mantenuto una dinamica positiva con circa 565 milioni di euro di export e un +5,6% di incremento nelle vendite estere, trainate soprattutto da abbigliamento, calzature e articoli in pelle, mentre è negativo il bilancio dei prodotti tessili. Nel 2025, a livello nazionale, la produzione è calata del 6,3%, le esportazioni del 3,6%, i consumi interni restano deboli e si registrano 10 cessazioni d’impresa al giorno, in gran parte artigiane. A pesare sono anche i costi energetici e l’accesso al credito.

La Federazione Moda di Confartigianato Arezzo ribadisce quindi la necessità di misure volte a sostenere non solo la competitività internazionale delle imprese, ma anche la qualità, i valori e l’identità del Made in Italy.

“In un territorio come il nostro — dichiara Marco Cerofolini, Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Arezzo – dove la moda e l’artigianato non sono settori qualsiasi, ma pilastri dell’economia locale, la transizione va governata con strumenti adeguati e una visione di lungo periodo. Iniziative sostenute dalla nostra associazione a livello nazionale, come la campagna “InsideOut – La fiducia è il nuovo lusso”, con il suo decalogo di valori, non sono slogan: rafforzano la trasparenza, la tracciabilità e la credibilità del Made in Italy, elementi critici per conquistare e consolidare la fiducia dei consumatori. La fiducia rappresenta un nuovo lusso — prosegue Cerofolini — e le nostre imprese artigiane aretine la costruiscono quotidianamente con lavoro specializzato, competenze radicate e responsabilità sociale. È un vantaggio competitivo da tutelare e valorizzare”.

La Federazione sostiene con convinzione anche le richieste emerse al Tavolo Moda del MIMIT, dove è stata ribadita l’urgenza di regole chiare, tutela delle filiere e strumenti di accompagnamento agli investimenti. Misure di questo tipo sono indispensabili per evitare che la transizione digitale e sostenibile si traduca in perdita di competenze e chiusura di imprese artigiane.

“Servono politiche industriali che riconoscano la struttura reale del settore — conclude Cerofolini — sostenendo chi investe in innovazione, sostenibilità e capitale umano. Solo così la moda potrà continuare a essere un motore di sviluppo per territori come Arezzo, dove l’artigianato è un patrimonio di qualità e futuro”.