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Confartigianato Arezzo si schiera con i caseifici artigiani per la qualità. Mauro Cornioli: “No al latte in polvere, difendiamo il made in Italy”


“No al latte in polvere nei formaggi. Il Governo difenda il made in Italy”. Questa la posizione di Confartigianato Arezzo dopo l’ultima diffida dell’Unione Europea all’Italia che aveva vietato, fin dal 1974, l’uso di latte in polvere nei formaggi, yogurt, mozzarella ecc.

“Noi vogliamo che sia tutelata la qualità degli alimenti sottolinea Mauro Cornioli presidente Confartigianato Alimentazione Toscana – per garantire i consumatori e il rispetto delle tradizioni produttive che sono il vero patrimonio del made in Italy e dei tanti artigiani che lavorano nel settore lattiero caseario.”

“Queste cose prosegue Cornioli che rappresenta la categoria anche a livello provinciale che per noi sono fondamentali, invece non stanno a cuore all’Europa dei burocrati, che favoriscono le lobby a danno delle piccole imprese e dei consumatori. In Italia operano in questo settore 2.000 imprese artigiane che hanno fatto del nostro Paese un leader per i formaggi di qualità. Emerge con chiarezza che siamo di fronte ad una Europa che non affronta emergenze come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari difesi da generazioni”.

“A rischio – spiega il presidente regionale e provinciale Cornioli – non ci sono le Dop (Denominazione di origine protetta come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Pecorino Toscano, Mozzarella di bufala ecc.) ma tutti gli altri formaggi e latticini per i quali i produttori italiani sono impegnati a garantire una qualità che, consentendo l’uso di latte in polvere, certamente diminuirebbe. Non solo – prosegue Cornioli- ma secondo alcuni studiosi i prodotti che contengono latte in polvere svilupperebbero anche sostanze, come la furosina, che non fanno bene alla salute.”

“Chiediamo al Governo italiano di difendere questo nostro patrimonio produttivo. Le norme in materia alimentare  conclude Mauro Cornioli – devono tendere a standard elevati e non piegare al ribasso, come già avvenuto per altri prodotti enogastronomici pregiati. I prodotti di qualità, preparati con ingredienti selezionati e secondo procedimenti tradizionali migliorati nel corso degli anni dalle capacità degli artigiani, non devono in nessun modo essere equiparati a quelli che non possono vantare le stesse qualità, va mantenuta l’occupazione locale e vanno difese le qualità nutrizionali del latte del nostro territorio.”

 

 



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