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Vannetti. L’occupazione è la prossima vittima della pandemia da Covid19


“E’un drammatico coro purtroppo unanime, istituzionale, scientifico, e dei principali centri di ricerca, che ci preoccupa davvero: il rischio è un vera e propria pandemia occupazionale, per il lavoro è un crollo”. Sono le parole allarmate del presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti, che analizza “le previsioni su tutto il 2020 per la questione occupazionale, che evidenziano una prospettiva di forte crisi economica che ha gravissime ricadute  sul mercato del lavoro”.

“Visti poi – spiega Vannetti – i ritardi nell’applicazione dei decreti di sostegno alle imprese e le lungaggini burocratiche a cui sono state di fatto costrette le banche nelle istruttorie prima di concedere i finanziamenti, è necessario fare alcuni interventi importanti in vista della delicatissima scadenza di settembre alla quale le imprese rischiano di arrivare di fatto senza liquidità”.

“A settembre – spiega ancora Vannetti  –  scadono infatti le moratorie sui mutui, che erano state il primo strumento davvero di valenza e utilità immediata per le Pmi: per questo sarebbe davvero opportuno, in attesa che la macchina dei sostegni si mette in moto definitivamente, arrivare ad un rinnovo di queste moratorie, in modo da dare ancora respiro alle aziende in questo momento difficile, il tutto anche a tutela dei posti di lavoro”.

Tutto ciò proprio perché. secondo lo scenario tendenziale contenuto nel DEF 2020, per quest’anno l’occupazione, valutata in unità standard di lavoro, fa registrare un calo del 6,5%, con un recupero solo parziale (+3,4%) nel 2021. Più severe le previsioni di primavera della Commissione europea pubblicate lo scorso 6 maggio che, per quest’anno, segnano una flessione dell’occupazione del 7,5%, con un recupero del 5,5% per il 2021.

Sempre secondo il DEF 2020 gli occupati, valutati secondo la Rilevazione continua forza lavoro, scenderebbero quest’anno del 2,1%, per poi risalire dell’1% nel 2021.

“Per non parlare  – approfondisce Vannetti – dell’analisi degli ultimi dati mensili dell’Istat, che evidenzia ad aprile 2020 una marcata diminuzione dell’occupazione rispetto a marzo: si rafforza il calo delle persone non occupate in cerca di lavoro già registrato a marzo, con una ulteriore forte crescita dell’inattività”.

Ad aprile, infatti, la diminuzione dell’occupazione è dell’1,2% ed è generalizzata: coinvolge donne (-1,5%), uomini (-1,0%), dipendenti (-1,1%)), indipendenti (-1,3%).

“Gli effetti dei peraltro inevitabili due mesi di lockdown – spiega Vannetti – sono davvero pesanti”, e tutto ciò viene confermato anche nel 5° report Covid-19, intitolato “Il difficile transito nella ‘fase 2”, pubblicato dall’Ufficio Studi di Confartigianato.

“Secondo il nostro studio – approfondisce ulteriormente il presidente di Confartigianato Arezzo –  mentre il lavoro dipendente permanente tiene (-0,2%), in parte grazie agli ammortizzatori sociali e divieto di licenziamento, nei due mesi in esame il lavoro dipendente a termine perde invece il 9,3%”.

“Pesanti  – secondo Vannetti – gli effetti della crisi anche sul lavoro indipendente, che perde quasi centomila occupati a livello nazionale (-1,8%), dinamica sui cui influisce anche la forte riduzione delle nuove imprese. Nel bimestre in esame il tasso di occupazione scende di 1 punto, una intensità doppia rispetto i due precedenti peggiori cali: -0,4 punti tra luglio e settembre 2009 e -0,5 punti tra novembre 2012 e gennaio 2013”.

Che fare allora? Sul fronte del lavoro, nelle scorse settimane Confartigianato ha sollecitato il Governo a prendere iniziative  per arginare le conseguenze della crisi  in particolare sulle piccole e medie imprese:  “evidenziando tra l’altro – spiega ancora Vannetti – la necessità della massima semplificazione di ogni nuova misura in materia di lavoro e l’eliminazione dei vincoli e delle limitazioni agli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo e l’obbligo di indicare la causale”.

“Quanto al reddito di emergenza – conclude il presidente artigiano – appare necessario utilizzarlo come iniziativa utile ad uscire dal lavoro nero prevedendo, ad esempio, per chi lo richiede, l’obbligo di registrazione ai Centri per l’impiego al fine di favorire l’avviamento al lavoro”.

 


12 Giugno 2020
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