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Oltre 4.000 imprese, prevalentemente edili, in Toscana (20.000 in Italia) cancellate d’ufficio dall’Albo Gestori Ambientali (e molte ancora non lo sanno).

1 Gennaio 2013
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Oltre 10.000 imprese, fra le prime che in Toscana si sono iscritte all’Albo Gestori Ambientali, dovevano aggiornare la propria iscrizione entro il 25 dicembre 2011 a causa di un cambiamento della normativa intervenuto successivamente alla loro iscrizione. Un aggiornamento che si è trasformato in un’ennesima beffa per le imprese, sfinite da una serie inenarrabile di scadenze spesso difficili da comprendere, individuare e ricordare.Certo è che, se di dimenticanza si tratta, è una dimenticanza diffusa visti i numeri delle imprese che ne sono state vittime. La prima scadenza per l’aggiornamento era stata fissata il 30 giugno 2011, perché l’Albo non garantiva a tutti il rinnovo nei tempi previsti in caso di presentazione dei documenti oltre questa data. C’è stato bisogno dell’intervento delle Associazioni di Categoria per farla prorogare ma questo non è bastato ad evitare il danno a tante imprese che, per i motivi più vari, non sono state raggiunte dall’informazione o, comunque, essendo già iscritte e pagando regolarmente i 50 euro di quota annuale di iscrizione, non si sono attivate per ottemperare all’aggiornamento dei loro dati. Il fatto che la comunicazione della scadenza, da parte dell’Ente preposto, sia stata affidata a corrispondenza senza prova certa di consegna (si parla di posta ordinaria o e-mail non certificate), pur essendo di per se grave, è comunque il minore dei mali rispetto al fatto che l’unica informazione data dell’avvenuta cancellazione sta nella pubblicazione dell’elenco dei cancellati sulla Gazzetta Ufficiale. Un elenco di oltre 20.000 nominativi raccolti, per le sole imprese Toscane in 74 pagine. Quasi una beffa per tante, troppe imprese che, soprattutto se fuori dai circuiti associativi, ancora oggi non sanno neppure di essere stati cancellati d’ufficio dall’Albo in questione, nonostante il regolare pagamento della quota annuale di 50 euro e che si stanno esponendo, inconsapevolmente, a sanzioni pesanti (l’ultima di cui abbiamo conoscenza è di oltre 3.000 euro e responsabilità penale) o comunque spiacevoli, come vedersi improvvisamente rifiutato il ritiro dei materiali di scarto in discarica. “I nostri uffici sul territorio hanno a suo tempo divulgato la notizia e stanno nuovamente contattando le imprese cancellate per capire se sono consapevoli di aver perso l’iscrizione all’Albo e i risultati sono sconcertanti – afferma il Presidente di Confartigianato Imprese AREZZO GIOVAN BATTISTA DONATI – perché emerge in modo evidente che sono veramente tante le aziende, soprattutto quelle fuori dai circuiti associativi, che non hanno ricevuto alcuna comunicazione. Le poche aziende che hanno ricevuto la comunicazione hanno accertato che la stessa è stata spedita per posta ordinaria o occasionalmente per e-mail (senza posta certificata). Abbiamo anche avuto, purtroppo, conferma che le aziende sono venute a conoscenza della cancellazione dall'Albo solo dopo la nostra comunicazione. Riteniamo che la situazione sia particolarmente grave e delicata. Confartigianato si è già attivata ai vari livelli interessati e sta valutando tutte le strade per evitare che quanto accaduto si trasformi, come purtroppo sta accadendo, l’ennesima beffa per le imprese: pagare nuovamente un’iscrizione già fatta: circa 300 euro di ulteriore inutile balzello della burocrazia”.



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