Si è svolto ieri sera al Palacaselle l'incontro di preparazione per il lancio anche ad Arezzo della Scuola per Genitori promossa da Confartigianato Imprese. Ospite d'eccezione della serata è stato Paolo Crepet, psichiatra e volto noto della televisione che già in occasione del Festival della Persona organizzato proprio da Confartigianato, aveva tenuto appese alle sue labbra circa 700 persone. Ieri sera, non solo si è ripetuto il successo dello scorso ottobre, ma è stato superato ampiamente il numero di spettatori giunti un po' da tutte le parti della provincia. In 1100 hanno gremito gli spalti del palazzetto andando ad occupare anche i gradini più alti e lontani.Ha tenuto tutti con il fiato sospeso per oltre due ore. Una serata molto intensa e vibrante dove il Direttore Scientifico della Scuola ha cercato di dare risposte ad alcune delle problematiche più frequenti nel rapporto tra genitori e figli. Un rapporto che troppo spesso non vuole correre il «rischio educativo» e dove i genitori hanno paura di far crescere i propri figli. La fase di crescita dei nostri figli è simile a quando gli insegniamo ad andare in bicicletta dove «non si deve aver paura di togliere la mano che tiene la sella. È infatti dalle cadute e dalle ginocchia sbucciate che si impara a crescere, a diventare autonomi, a prendersi le proprie responsabilità, a coltivare la propria autostima». Troppo spesso invece le famiglie sono ripiegate in se stesse, assomigliando sempre di più «all'Inps» invece che ad una delle agenzie formative più importanti. Purtroppo questo è un fenomeno diffuso un po' in tutto il Paese dove spesso i giovani vivono fino a 35 anni con i propri genitori. «In altri Paesi invece, si da la possibilità ai giovani di rendersi indipendenti, autonomi, che vengano premiati i loro meriti. Tanto per fare un esempio del ruolo che ricoprono i giovani negli Stati Uniti cito il caso del presidente Obama che ha raggiunto la sua carica a 45 anni. Una cosa impensabile in Italia».Nel percorso di crescita dei figli i genitori devono assumere il ruolo che gli spetta senza delegarlo ai nonni o ad altri, e senza che si tramuti in un rapporto di amicizia. Il ruolo del genitore deve tendere ad assomigliare a quella del Capitano. «Quando una nave è condotta da un grande Capitano, i passeggeri dormono sonni tranquilli. Il capitano è colui che sa condurre e tirare fuori dal di dentro di ognuno il talento, la creatività, l'estro e la fantasia. Noi adulti invece, abbiamo fatto in modo che i figli rinunciassero ai loro sogni barattandoli con una manciata di soldi. Abbiamo scelto il quieto vivere e che i nostri figli aspirassero ad un futuro uguale, clonato e ipocrita». Dobbiamo tornare a pensare come facevano i nostri nonni: «Schiena diritta e fronte alta… In altre parole: dignità. Dobbiamo tornare ad insegnare ai nostri figli il valore della dignità. Auguriamoci che imparino a camminare con le proprie gambe, a testa alta» e che il sacrificio «non è un'offesa».La scuola per genitori vera e propria avrà inizio giovedì 4 febbraio e prevede 4 incontri, uno al mese, con psicologi, psicanalisti e pedagogisti in modo da iniziare un vero e proprio percorso formativo per genitori con figli piccoli o adolescenti e non solo, infatti la scuola è aperta anche a nonni, educatori insegnanti interessati ad approfondire le tematiche dei rapporti con i bambini. Ad intervenire saranno alcuni tra i maggiori esperti italiani come lo psicologo-filosofo Umberto Galimberti, lo psicoterapeuta-pedagogista Mario Polito, la psicologa Paola Scalari e la scrittrice-psichiatra Maria Rita Parsi. Le iscrizioni sono ancora aperte hanno un costo complessivo di 100 euro.