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La crisi non abbandona le aziende del comparto Legno-Arredo in Toscana e Umbria Gambacci “Fondamentale la promozione delle aziende”

1 Gennaio 2013
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Inizia la ripresa per l’economia toscana ma il settore “legno arredo” resta al palo. I dati resi noti da Unioncamere regionale parlano chiaro: l’unico comparto negativo è proprio questo con un -2.1%. I numeri percentuali sono riferiti al primo trimestre del 2011 e fanno capire senza alcun dubbio che gli allarmi lanciati dalla Federazione di categoria di Confartigianato Imprese erano fondati. Un comparto vitale per l’economia nazionale e locale sta affrontando una fra le crisi più importanti della sua storia ed è costretta a fronteggiarla da sola. “Il prolungarsi di questo trend porterà alla chiusura di moltissime aziende, con la perdita di altrettanti posti di lavoro. – commenta Domenico Gambacci, presidente della Federazione nazionale Legno Arredo di Confartigianato Imprese – Altri due fattori, quali la concorrenza sleale proveniente dai Paesi emergenti e il sistema creditizio che non supporta le imprese, contribuiscono a tenere in difficoltà questo comparto, che sta soffrendo molto più di altri. Si fa alla svelta a parlare di investimenti in tecnologie, ma poi le banche concedono credito solo in presenza di garanzie blindate. Non ci piace nemmeno la manovra che sta varando in questi giorni il governo centrale: ancora una volta, infatti – prosegue il presidente Gambacci – il tema dei tagli alla politica è affrontato solo marginalmente, mentre non sembrano profilarsi concrete iniziative di supporto alle piccole imprese, “spina dorsale” dell’economia italiana. Un esempio su tutti? Le Province. La questione della loro soppressione è stata di nuovo rimandata. L’unico aspetto positivo è il regime fiscale forfettario nell’ordine del 5% alle imprese di nuova costituzione per i primi 5 anni di attività. Nessun accenno invece a tagli riguardanti le tasse che gravano ancora pesantemente sulle imprese”. Anche in ambito locale la crisi del comparto “legno arredo” continua a farsi sentire. Nelle province di Arezzo e di Perugia, tutte le aziende senza distinzione di genere (dai produttori di infissi e pavimenti ai mobilieri e tappezzieri, fino ai costruttori di strutture in legno) stanno registrando contrazioni di fatturato, margini molto bassi e termini di pagamento sempre più lunghi. Tutto ciò è causa di tensioni anche nei rapporti con il sistema bancario che, per l’ennesima volta, dopo aver tanto raccolto negli anni buoni, in questo momento di difficoltà sbatte la porta in faccia agli imprenditori. Sono migliaia le aziende di questi territori costrette a ridurre il personale e in alcuni casi a pensare seriamente alla chiusura entro la fine del corrente anno. Soltanto la grande forza di volontà e la determinazione che da sempre contraddistinguono gli artigiani permette ancora a molte aziende di rimanere in esercizio, anche se molti imprenditori – per garantire gli stipendi ai dipendenti – si stanno privando loro stessi di una entrata. Non dimentichiamo infine la concorrenza della grande distribuzione che in maniera sempre più forte sta aggredendo il comparto con prezzi assolutamente non giustificabili, che rischiano di creare situazioni simili a quella del gruppo Aiazzone (con sedi anche in questo territorio) che ha procurato danni dapprima alle aziende e poi ai clienti caduti nella sua rete. “Fondamentale si rivela – continua Gambacci – il ruolo di Arezzo Fiere e Congressi per la promozione delle aziende locali; la seconda edizione di Abit.Ar, in programma per ottobre, sta procedendo bene, mentre rimangono perplessità per la zona umbra di Città di Castello, dove fino all’anno scorso si svolgevano due manifestazione annuali per la promozione del mobile e di punto in bianco si è deciso di procedere alla loro soppressione, pensando eventualmente di farne una biennale. Resta fondamentale il coinvolgimento attivo delle associazioni economiche con i loro dirigenti del territorio, che più di ogni altro conoscono le problematiche del settore; basta con gli orti e orticelli – conclude Gambacci – le imprese necessitano di risposte e se la politica prende la decisione di andare a braccetto con le associazioni economiche si potranno offrire opportunità alle nostre aziende artigiane. Confartigianato ha da tempo aperto le proprie porte a tutti coloro che hanno deciso di intraprendere la cosiddetta “politica del fare”, in linea con il nostro spirito imprenditoriale”.



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