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Il toccasana del TPL TOSCANO: riformare il settore

1 Gennaio 2013
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C’è attesa e perplessità tra le associazioni di rappresentanza delle imprese di trasporto pubblico toscano di fronte ai tagli del governo al trasporto pubblico locale alle ricorrenti dichiarazioni del Presidente della Regione Toscana Rossi e del suo Assessore ai trasporti Ceccobao che la gara unica e a livello regionale – insieme alla ricerca di risorse regionali – sarà la soluzione a tutti i problemi. La Regione Toscana si impegnerebbe a mettere a disposizione ogni anno, per i prossimi 9 anni, 160 milioni di euro per la gestione dei servizi e 30 milioni per gli investimenti. Ma di fronte all’evidente insufficienza delle risorse fa leva sul sistema delle imprese toscane , che – qualora siano assegnatarie della gara- dovranno procedere alla razionalizzazione dei servizi, alla definizione della tariffa unica, alla riorganizzazione del personale e della gestione societaria strutturandosi in un’unica azienda, prefigurando così determinanti risparmi nella gestione societaria.“La gara unica regionale alza i parametri di riferimento dei requisiti obbligando le aziende a ricercare accordi per partecipare alla gara in ati o consorzi stabili. – Precisa Giampaolo Cordovani, presidente provinciale Confartigianato autobus operator – E’ pregiudiziale, tuttavia, che le aziende che si accorpano debbano essere libere di poterne scegliere le modalità: l’elemento che favorisce efficienza e risparmi è dato dalla centralizzazioni di alcune funzioni macro (integrazione tariffaria, piani commerciali, impianti, programmazione dell’esercizio) e non dalla forma societaria.”Non deve costituire un problema il fatto che l’esercizio e l’operatività siano svolti dalle singole aziende, in considerazione del legame con il territorio che caratterizza il settore. L’aggregazione delle funzioni macro (e non degli esercizi) eviterebbe di dover procedere a espropri di patrimoni pubblici e privati o all’imposizione di operazioni societarie per editto che metterebbe addirittura in discussione la proprietà privata e l’autonoma iniziativa imprenditoriale.“Peraltro la previsione di una società unica analoga alla spa, da più parti prospettata,- prosegue Cordovani – assai complicata già con proprietà private delle aziende, è del tutto incompatibile con la realtà delle imprese cooperative – imprese presenti anche nella gestione del trasporto pubblico locale toscano- dove il patrimonio non risulta in capo a pochi soci ma a tanti lavoratori che l’hanno costruito in decenni di lavoro. La fusione di una cooperativa in una società di capitali produrrebbe l’effetto di perdere irrimediabilmente il patrimonio costruito in tanti decenni di lavoro con un evidente danno economico ai soci e alle loro famiglie.”Ugualmente andrebbe perso il know how e la professionalità delle piccole e medie imprese maturata dal tpl toscano in tanti anni di servizio. Una regione che come elemento qualificante nella propria legislazione si può vantare a di avere emanato fin dal 2005 un legge organica di promozione della cooperazione (legge 73/2005 norme per la promozione e lo sviluppo del sistema cooperativo della toscana) e che sta lavorando ad una legge sul sostegno alla competitività delle piccole e medie imprese toscane, non può davvero permetterselo !



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