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Genitorialità e tossicodipendenza: Questore e Primario del Sert spiegano agli aretini come comportarsi

1 Gennaio 2013
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Ricca di esempi e spunti pratici l'ultima lezione della Scuola per Genitori di Confartigianato Una volta si chiamava maryuana, o mary jane, oggi si chiama più semplicemente "maria". E' la stessa di sempre: una droga che viene dalla cannabis, la canapa indiana. La "maria", insieme a cocaina, eroina, hascisc, crack, composti sintetici vari e alcol, sono stati al centro dell'ultima lezione della "Scuola per genitori" di Confartigianato Arezzo, che si è tenuta all'Auditorium dell'Ospedale San Donato. Protagonisti dell'incontro il Questore di Arezzo, Felice Addonizio, il Sovrintendente Ugo Bonelli, il Primario del Sert dell'Asl 8, Paolo Eduardo Dimauro. In platea il presidente di Confartigianato Arezzo, Giovanni Donati, il direttore, Mauro Giovagnoli e numerosi genitori, attenti più che mai, per un tema "genitorialità e dipendenza" che tiene in allarme le coscienze di tutti. Quale la situazione ad Arezzo in tema di diffusione delle tossicodipendenze, dottor Addonizio? Arezzo è nella media nazionale, se dovessi fare un paragone con Roma o Milano, direi che ad Arezzo le dimensioni sono come quelle di un grande condominio, ciononostante bisogna dire ai genitori di stare all'erta. Nell'ultimo anno la Polizia di Stato ad Arezzo ha sequestrato quasi 3 chili di cocaina purissima, un quantitativo non indifferente, che testimonia come sia questa la droga che si diffonde di più fra i giovani. Oggi il drogato non è più quello del vecchio stereotipo, non si vede più tanto il laccio emostatico, la siringa, il tossico che si nasconde. Oggi le nuove droghe sono anche più subdole perché apparentemente si mantiene un aspetto "normale". Quale la fascia di età ed la tipologia di soggetti più a rischio? Potenzialmente tutte, ma sopratutto quelle che vanno dall'adolescenza ai 40-45 anni. Prima la cocaina era una cosa da ricchi, oggi è potenzialmente alla portata di tutti, il rischio è trasversale. Stessa cosa si può dire delle droghe sintetiche, da discoteca, dove il costo è ormai standardizzato, anche se la fascia di età è più bassa. E poi c'è l'alcol, che essendo economico e lecito, è assai pericoloso. I giovani si portano le bottigliette piccole nelle discoteche, dove non può essere venduto ai minori, e così "correggono" i drink. Poi ci sono anche altre "dipendenze", che si basano sullo stesso meccanismo mentale, la risposta ad uno stimolo compulsivo, la voglia o la necessità di sfuggire alla triste realtà. Cosi' si diffonde il gioco d'azzardo, ma anche cose apparentemente più innocue, che diventano pericolose quando, appunto, il gioco diventa compulsivo. Quali consigli per una famiglia per prevenire il rischio di tossicodipendenza? Tre consigli: 1) conoscere 2) valutare 3) rivolgersi con fiducia agli esperti. Gli esperti sono le Forze dell'Ordine e il personale del Sert, il servizio per le tossicodipendenze della Asl 8. Oggi l'approccio più corretto è quello integrato e multidisciplinare, nessuno di noi invade il campo dell'altro, ma facciamo "rete" e in questo modo riusciamo a prevenire e risolvere molte situazioni. Nel suo intervento il professor di Mauro, responsabile del Sert, ha poi illustrato le caratteristiche delle varie sostanze e dato alcuni numeri. Fra questi un dato particolarmente significativo e allarmante: dal 2001, quando le persone dipendenti da cocaina in carico al Sert erano il 2%, si è passati al 40% del 2010. In conclusione di serata il Sovrintendente Bonelli ha mostrato e fatto toccare con mano agli interessatissimi genitori varie tipologie di droga, facendo annusare e vedere da vicino una serie di campioni sequestrati sul "mercato della droga" di Arezzo, per aiutarli a, speriamo mai, riconoscere sostanze strane eventualmente trovate nelle tasche dei propri figli.

 

 

    

 



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