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Artigianato: la forza di un settore vitale ad Arezzo. I numeri della crisi I dati da “Il Lavoro nell’artigianato” – Focus sul lavoro dipendente: i dipendenti per contratto e l’intensità di cassa integrazione- Marzo 2011 %u2014 Confartigianato

1 Gennaio 2013
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Artigianato: la forza di un settore che rappresenta un pilastro per l'economia. I numeri della cassa integrazione come cartina di tornasole della crisi che fa ancora sentire i suoi effetti.Questi i cardini dell'ultima ricerca condotta dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese che presenta, con dati aggiornati a marzo 2011, un Focus sul lavoro dipendente e l'intensità di cassa integrazione negli ultimi tre anni. Il dato nazionaleSono 1 milione e 275 mila 204 le imprese artigiane in Italia e danno lavoro a 3 milioni e 331 mila 139 addetti. Metà degli occupati sono lavoratori dipendenti: 1 milione e 649 mila 270 persone.Le imprese artigiane rappresentano il 28.8% delle imprese totali del sistema produttivo nazionale. La dimensione media dell'artigianato è di 2,6 addetti per impresa.La Toscana e ArezzoMetà dell'occupazione dell'artigianato italiano è concentrata in Lombardia (18,9%); Veneto (11,7%); Emilia Romagna (10,4%); Piemonte (8,7%) e Toscana (8,4%).In Toscana il numero totale degli addetti all'artigianato è di 281 mila 166, con 115 mila 406 addetti nel manifatturiero (41%), 89.908 nelle costruzioni (32%), 75.851 nei servizi (27%).Ad Arezzo il numero totale di addetti all'artigianato è di 32 mila 546, dei quali 16 mila 315 nel manifatturiero, 8mila 892 nelle costruzioni, 7 mila 339 nei servizi.Arezzo è la provincia toscana, dopo Firenze (72.786), che conta il maggior numero di addetti all'artigianato. Lucca ne ha 31.232, Pisa 29 mila 441, Prato 25 mila 828.La crisi tecnicamente è terminata. Ma gli effetti si fanno sentireLa crisi economica è tecnicamente terminata – scrive lo studio di Confartigianato – nel 1 trimestre 2009. Ma gli effetti sull'occupazione si manifestano in ritardo rispetto al ciclo ed in questi mesi stiamo assistendo a forti tensioni sul mercato del lavoro ed in particolare nel segmento della disoccupazione giovanile. A dicembre 2010 il tasso di disoccupazione dell'Italia è posizionato all8,6% e lo stock di occupati risulta a crescita zero rispetto a fine 2009. Particolarmente critico il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che arriva al 29% e cresce del 2,4% rispetto ad un anno prima.Le prospettive del mercato del lavoro preoccupano anche in una prospettiva storica – prosegue lo studio – dal momento che la precedente recessione del 1992-1993 determinò una forte caduta dell'occupazione che venne recuperata solo dopo 8 anni, nel IV trimestre 2000.Apprendistato: strumento per l'ingresso dei giovani al lavoro L'apprendistato – rivela lo studio – si conferma strumento adatto per l'artigianato. Il 12,5% delle assunzioni si verifica con questo strumento, contro il 7,1 delle imprese non artigiane. Il più ampio utilizzo dell'apprendistato nell'artigianato – prosegue lo studio – si coniuga con una forte stabilità nel rapporto di lavoro, anche nella fase di ingresso dei lavoratori in azienda. Le assunzioni a tempo indeterminato previste nell'artigianato sono pari al 49,3% di 4,2 punti percentuali superiori al 45,5% delle imprese non artigiane. La quota di assunzioni a tempo determinato è inferiore di 6 punti rispetto alle imprese non artigiane.Nel 2009 gli apprendisti sono 592.029, pari al 10,9% degli occupati tra i 15 e i 34 anni. In Toscana la percentuale sale al 14,7% con 51 mila 667 apprendisti, che per il settore artigiano sono 19.066. Artigianato: manifatturiero, costruzioni e serviziCome si compone l'artigianato toscano? In prevalenza è manifatturiero, con un indice 116,6, mentre le costruzioni sono a quota 97,3 e i servizi a quota 84,5. Marche e Veneto precedono la Toscana con indici nel manifatturiero, rispettivamente, di 132,5 e di 121, 3. Ma l'indice manifatturiero sale ad Arezzo fino a 142,5, dopo Prato (157,3) e Vicenza (143,9) e prima di Macerata (133,9). Firenze nel manifatturiero è a quota 124,6.Il peso dell'artigianato sull'occupazione totaleLa Toscana in questa “classifica” è al terzo posto in Italia, dopo Marche (1) e Veneto (2). In Toscana gli addetti all'artigianato sono 281 mila 166 la percentuale è del 17,8% sugli occupati totali, pari a 1 milione e 577 mila 419. Ad Arezzo la percentuale sale al 21,6%, Prato è al 24,3%, Pistoia al 20,4%. Ad Arezzo gli addetti all'artigianato sono, come detto, 32.546 e gli occupati totali sono 150.741.Ad Arezzo il 39,2% dei dipendenti dell'artigianato rientra nell'area meccanica, il 17,4% in quella tessile/moda, il 14,3% nelle costruzioni, segue il legno-lapidei (6,2%) e l'agroalimentare (5,4%).Cassa IntegrazioneNel 2010 in Italia sono state autorizzate 1.203, 6 milioni di ore di cassa integrazione di cui 373 milioni in deroga. Gli interventi CIG per l'artigianato sono per la quasi totalità in deroga: 99,8%. Fra il 2008 e il 2009 la cassa integrazione in deroga è cresciuta nell'artigianato del 922%, mentre nel 2010 è stato del 173,2%. Nel 2010 il manifatturiero copre il 90% degli interventi di CIG. Circa la metà, 46,4% del totale, è relativo alla meccanica, seguita dall'abbigliamento 11,6% e dal legno 8,1%. Il tessile è al 6,8% e le pelli, cuoio e calzature al 6,6%.In Toscana la CIG cresce fra il 2009 e il 2010 del 257,4%. Si passa da 992 mila ore autorizzate nel 2008 a 2 milioni e 861 mila ore del 2009 a 10 milioni e 224 mila ore del 2010.La Cassa integrazione in deroga è utilizzata dalle imprese escluse della cassa integrazione ordinaria e straordinaria, quali di norma le imprese artigiane, ed è utilizzata per integrazione salariale di lavoratori, compresi apprendisti, interinali e lavoratori a domicilio. La CIGD è concessa nei casi in cui alcuni settori (tessile, abbigliamento, calzaturiero, orafo ecc.) versino in grave crisi occupazionale. Può durare al massimo 12 mesi e può arrivare fino all'80% della retribuzione.L'intensità di cassa integrazione La Toscana è al 7° posto in Italia in questa particolare “classifica” con 135 ore per dipendente. La Regione al primo posto nel 2010 è l'Emilia Romagna con 368 ore per dipendente. L'umbria è al secondo, con 332 ore, le Marche al terzo con 278 ore.Arezzo ha avuto in media 130 ore per dipendente, con punte di 199 ore nel manifatturiero. In totale su 2 milioni e 281 mila ore concesse il manifatturiero ne ha avute 2 milioni e 89 mila.Giovanni Donati, presidente di Confartigianato Arezzo: “Momento strategico, ma le imprese vanno aiutate”“Lo studio dal quale sono stati tratti questi dati sottolinea ancora una volta quello che abbiamo sempre sostenuto e che era sotto gli occhi di tutti, ovvero il ruolo fondamentale per l'economia di Arezzo e provincia, oltre che della Toscana e dell'Italia di un comparto come quello artigiano e della piccola e media impresa. Un comparto che ha saputo resistere, ed in Toscana meglio che altrove, anche ai colpi di una crisi come forse non si era mai vista. Tuttavia i numeri della cassa integrazione dimostrano, in tutta evidenza, quanto la crisi abbia colpito duro anche da noi e quanto sia strategico il momento che stiamo attraversando. E' per questo che non mi stancherò mai di ripetere a tutte le istituzioni l'appello affinché facciano quanto è nelle loro possibilità per supportare e accompagnare la ripresa. Il rischio concreto, come abbiamo visto con le proiezioni sulle nuove tasse che derivano dal federalismo, invece, è che la ripresa e il mondo imprenditoriale vengano strangolati da un'imposizione fiscale già troppo alta e che non può e non deve crescere ancora. Alle istituzioni locali chiedo dunque, per i prossimi mesi, l'impegno di non aumentare le tasse, per la parte di loro competenza e di supportare velocemente e fattivamente le imprese rendendo più snelle le procedure burocratiche e rapide le risposte e i pagamenti della pubblica amministrazione. Inoltre prendo spunto per ricordare che per poter risalire la china della crisi abbiamo anche bisogno di finanziamenti bancari ed infine della sicurezza vista anche la serie di furti e rapine ai danni soprattutto del comparto orafo che mettono in serio dubbio la sopravvivenza delle nostre imprese”



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