Associati
Vuoi aprire un'impresa?
Finanzia i tuoi progetti

Artigianato e piccola impresa: fondamentali per creare posti di lavoro L’assemblea di Anap elenca le priorità e chiede l’impegno di Confartigianato

1 Gennaio 2013
//

“L’artigianato e la piccola impresa devono avere un ruolo centrale perché sono gli unici soggetti in grado di creare “posti di lavoro”: questa la convinzione dei soci Anap Confartigianato che hanno tenuto nei giorni scorsi a San Vincenzo la propria assemblea organizzativa. Nel documento finale emerso al termine dell'assemblea sono elencate le priorità sulle quali Anap chiede a Confartigianato di concentrare il proprio impegno. Al primo posto il lavoro. “Qualora nel nostro Paese fossero sviluppate le possibilità occupazionali fornite dall’artigianato e dalla piccola e media impresa – dice esplicitamente il documento di Anap – non saremmo costretti a discutere della crisi dello Stato Sociale o di collasso delle spese previdenziali e sanitarie.” dal lavoro alla previdenza.“L’invecchiamento della popolazione, un fenomeno positivo – sottolineano ad Anap – è però un fatto determinante sia sulla spesa previdenziale che sanitaria. Diventa quindi urgente occuparsi seriamente della spesa previdenziale e della sua tenuta. Se vogliamo evitare la pericolosa spirale di aumento contributivo per far fronte al pagamento delle pensioni occorre applicare integralmente la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale. Inoltre occorre puntare sulla previdenza integrativa (rendendola inoltre appetibile con facilitazioni fiscali ed oggettive)e sulla previdenza complementare.” Anap chiede poi la salvaguardia del potere di acquisto delle pensioni, che hanno subito una rilevante perdita negli ultimi venti anni. “Proponiamo – dice il documento – revisione del paniere ISTAT per la rivalutazione dei trattamenti, adattandolo alla peculiarità del pensionato-consumatore; la neutralizzazione del drenaggio fiscale, e l'eliminazione di tutte le discriminazioni tra lavoro dipendente e lavoro autonomo: assegni familiari, accesso al pensionamento, etc., anche perché con il calcolo contributivo per tutti e con l’aumento delle aliquote contributive per i lavoratori autonomi, non sono più giustificabili trattamenti differenziati.”Infine il capitolo Sanità – Assistenza. “È necessario interrompere la spirale che c’è stata in quest’ultimo decennio, che ha visto man mano sottrarre pezzi di Welfare pubblico ai cittadini e un notevole ridimensionamento dello Stato sociale. Occorrono scelte lungimiranti, che facciano tesoro della preziosa conquista dell’allungamento della vita media e che tengano conto delle modifiche radicali avvenute negli ultimi 50-60 anni nel modello familiare. Riteniamo, inoltre, ampiamente insufficiente il rifinanziamento dei fondi sociali e della non autosufficienza. E’ fondamentale fissare costi standard per la sanità e potenziare la prevenzione. Si propone quindi di integrare ulteriormente lo stanziamento dei fondi nazionali di carattere sociale (non autosufficienza, politiche sociali, etc.); riattivare sul territorio servizi sociali, sanitari e assistenziali integrati con regole rigide per la razionalizzazione della spesa e il pareggio di bilancio; riqualificare le misure locali di intervento per le non autosufficienze, nonché tutte le provvidenze economiche ai bisognosi, eliminando incongruenze e abusi, assicurando contemporaneamente un sostegno vero ed efficace a chi è in stato di bisogno; restituire ai medici di base un ruolo primario con la costituzione sul territorio dei pool di medici multidisciplinari; superare il regime provvisorio dell’intramoenia, che ha tenuto conto più delle richieste dei medici che non delle esigenze dei pazienti; colmare i divari qualitativi e quantitativi tra regioni e territori; stabilire i Livelli Essenziali di Assistenza Sociale (LIVEAS); rivedere i criteri per l’assegnazione della Social Card che, ai fini della sua efficacia, va rivista anche nell’importo; prevedere forme di sostegno economico alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani o familiari disabili o non autosufficienti, anche per sopperire alle carenze e difficoltà dell’assistenza pubblica.”“Il fenomeno della non autosufficienza coinvolge in Italia circa 2 milioni e ottocentomila persone la maggior parte delle quali sono anziane – soggiunge inoltre il presidente di Anap Arezzo, Angiolo Galletti – e a questo va aggiunto il fenomeno delle nuove povertà che interessa principalmente gli anziani e le donne .Va pertanto promossa ed incoraggiata ogni forma di partecipazione attiva degli anziani alla vita economica e sociale della comunità, ciò è di fondamentale importanza per permettere agli anziani di svolgere un ruolo integrato nella società e per evitare che si determinino marginalizzazioni che sono dannose non solo all’economia, ma anche alla salute stessa degli individui. E’ necessario – conclude Galletti – che venga diffuso nella società un messaggio positivo dell’apporto degli anziani, specialmente riguardo al rapporto con le nuove generazioni, con le quali è possibile costruire una comunione di interessi in molteplici campi, da quello tipico familiare a quello del lavoro dipendente (part-time temporaneo del giovane assunto e del lavoratore anziano per il trasferimento delle conoscenze), a quello dell’impresa (trasferimento d’impresa), a quello formativo e scolastico (insegnamento professionale nelle scuole), a quello della cultura (esperienze e tradizioni).”



    Lavoro Futuro
    Confartigianato TG@ Flash
    Progetti "Scuola impresa"
    I mestieri dell'Arte Artigianato artistico ad Arezzo
    Archivio fotografico storico aretino
    Pubblicazione Bilancio sociale associati
    Coworking Cofartigianato Imprese Arezzo
    raccolta delle iniziative su idee e testimonianze
    Pane Toscano DOP
    Fondazione Arezzo intour
    Mostra mercato Artigianato della Valtiberina Toscana
    Consorzio Multienergia
    Camera di Commercio di Arezzo Siena