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Arezzo e l'artigianato. Quali i punti di forza e quali le criticità? La risposta dall'ultima indagine di Confartigianato che ha messo sotto la lente il settore con focus sulla situazione nazionale, quella regionale e quella della provincia. Emerge che Arezzo può contare su 29.857 microimprese (fino a 10 addetti) che rappresentano il 93,8% delle imprese. Più o meno in linea con la situazione della Toscana dove le microimprese sono il 94,6%. Anche il dato sugli occupati, che conta 62.140 unità, pari al 54,1% delle imprese è in linea con il dato regionale, cioè il 55,% del totale. In questo contesto le imprese artigiane sono 11.453 in provincia di Arezzo, pari al 29,8% delle imprese. Ogni giorno nascono 3 imprese artigiane ad Arezzo e provincia, mentre l'incidenze delle imprese artigiane sul totale degli abitanti è di 3,3 per ogni cento abitanti. Gli imprenditori artigiani sono 17.115, di questi 15.501 sono titolari a 1614 collaboratori. Le donne sono 3.678, pari al 21,5 % degli imprenditori. Di queste 3044 sono titolari e 634 collaboratrici. I giovani imprenditori artigiani sotto i 35 anni sono 3.353, pari al 19,6% degli imprenditori artigiani, di cui 665 donne, pari al 19,8% degli imprenditori artigiani under 35. Infine gli addetti, che nell'artigianato ad Arezzo sono 32.546, pari al 28,3% dell'occupazione delle imprese. I dipendenti dell'artigianato sono 17.504, mentre gli apprendisti sono 2345. Il valore aggiunto nell'artigianato aretino è di 1.677 milioni di euro, pari al 19,8% del totale. I titolari stranieri di imprese straniere individuali sono 2.702. Il tasso di disoccupazione dei giovani fra i 15 e 24 anni è del 16,4% ad Arezzo e provincia, dato migliore della media regionale che è pari al 23,1%. Le ore di cassa integrazione autorizzate per l'artigianato aretino nel 2010 sono state 2.281.129, contro le 10.224.989 ore della regione. L'intensità di cassa integrazione per l'artigianato ad Arezzo e provincia è stata di 130 ore per dipendente, mentre quella per il manifatturiero artigiano è stata di 199 ore, quella media regionale è di 75 ore per l'artigianato, mentre per il manifatturiero artigiano è stata di 135 ore. In questo caso il dato aretino è peggiore della media regionale, il che significa che la crisi ha colpito più duramente la provincia di Arezzo rispetto alla media della regione.Altra nota dolente la fiscalità, che nella media regionale pesa su una microimpresa per il 3,06% del valore aggiunto (3,76% è la media nazionale) ma ad Arezzo e provincia pesa per il 6,77% del valore aggiunto.“Questa fotografia della situazione – commenta il presidente di Confartigianato Arezzo, Giovanni Donati – conferma l'analisi che ripetutamente abbiamo fatto. La forza del settore artigiano e delle piccole imprese è sotto gli occhi di tutti, così come il dato che riguarda le donne e i giovani, che è migliore della media regionale. Però le ore di cassa integrazione dimostrano quanto pesantemente la crisi abbia pesato anche da noi, anche se speriamo che la situazione abbia imboccato una via di miglioramento. Tuttavia per assistere la ripresa è necessario agire sulla burocrazia, semplificando e rendendo più celeri le pratiche e agire sulla tassazione locale, che risulta più alta della media regionale. Se gli artigiani di Arezzo e provincia hanno saputo resistere alla crisi e mantenere la disoccupazione più bassa che altrove, è necessario – sottolinea Donati – che le tasse che ogni impresa deve sopportare non siano al contrario più alte che altrove. Altrimenti si rischia di strozzare la ripresa invece di accompagnarla .E qui, come dimostrano i dati, si paga il doppio della media regionale. Forse sarà il caso che gli enti locali aretini, visto che la tassazione regionale risulta più bassa della media italiana (4,14 l’irap in Toscana contro 4,26 della media italiana; 0,9 l'addizionale Irpef in Toscana contro la media nazionale dell1,18) si mettano una mano sulla coscienza.”
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