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Si chiama “Anni azzurri a casa tua” ed è il progetto realizzato da Confartigianato Arezzo attraverso la Onlus “Universo Sociale”.
“Grazie a questo progetto – spiega la Responsabile del progetto Lina Baroni – abbiamo potuto offrire servizi a domicilio alle persone non autosufficienti attraverso i fondi raccolti con il 5 per mille della dichiarazione dei redditi. Si tratta di servizi SAD (servizi socio assistenziali a domicilio) che vanno ad integrare l’offerta dei servizi pubblici e hanno permesso alle persone non autosufficienti di rimanere al proprio domicilio. Il progetto è nato in Valdarno – continua Baroni- all’inizio a Montevarchi e poi si è allargato anche a Bucine. Oggi, attraverso la Cooperativa Sociale “Valdarnia”, che offre servizi socio assistenziali, con operatori qualificati, abbiamo in carico 14 famiglie, 12 a Montevarchi e 2 a Bucine.”
Quali i requisiti per accedere? “Sono i requisiti richiesti dal Ministero per i fondi del 5 per mille – spiega Baroni – la non autosufficienza attestata dalla concessione di indennità di accompagnamento o dal certificato di isogravità rilasciato dalla Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) e un Isee inferiore o uguale a18 mila euro.”
Come si svolge il servizio? “Il nostro servizio va alle famiglie – spiega Baroni – che possono declinarlo come meglio serve alle loro esigenze, tutti i giorni e le notti, compreso i festivi, come le domeniche oppure Natale, Pasqua ecc. Mettiamo a disposizione 100 ore, ma l’anno scorso siamo riusciti ad erogarne 150 e quest’anno siamo già a 130 ore, che le famiglie usano, ad esempio, per dare il giorno libero alla badante, oppure per assistenza notturna, anche in ospedale o anche nella eventuale Casa di Riposo, o per coprire qualche ora, la mattina o il pomeriggio. Voglio sottolineare – ribadisce Baroni – che non è un progetto solo per anziani, e infatti fra i nostri assistiti ci sono anche bambini diversamente abili. Grazie a questo progetto – conclude Baroni – facciamo in modo che i soldi del 5 per mille si riversino sul territorio, rispondendo ai bisogni delle famiglie, e aumentando la possibilità di lavorare per i giovani della cooperativa.”
E l’accoglienza degli utenti è davvero positiva. Luisella Naldini, mamma di un bambino, Cosimo, che oggi a 13 anni, è davvero soddisfatta. “Questo progetto – dice – mi consente di lavorare, perché mi copre nelle ore della mattina quando non saprei come fare con il bambino. Ora che siamo in estate e la scuola è chiusa, lui va ai campi scuola estivi, ma non potrebbe frequentarli, a causa del suo handicap, senza un’assistenza individuale. Io sarei dunque impossibilitata a lavorare, invece posso farlo grazie a questo progetto. Per la nostra famiglia questo è vitale, perché io sono sola con lui. Io non ho genitori, non ho nessuno – continua Luisella – e la possibilità di avere un aiuto, anche per un’ora, quando hai necessità, è importantissima. Sono iniziative come questa che ti danno coraggio per andare avanti.”
Diverso il caso, ma identica soddisfazione e apprezzamento, anche da parte di Mosè Ghinassi. “La mia mamma, Iosè Margherita, che ha 80 anni e ha avuto due femori rotti – racconta Mosè – ora è allettata, perché non è riuscita a rincamminare dopo gli interventi alle gambe, essendo affetta da una fortissima osteoporosi. Grazie a questo progetto io e la mia famiglia abbiamo potuto respirare. Quando non ne usufruivamo ancora – conclude Ghinassi – tutti noi della famiglia abbiamo fatto i salti mortali per garantirle l’assistenza necessaria, ora siamo rinati.”
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