Rinnovate le cariche del comparto moda di Confartigianato. Nominati due nomi di spicco dell’imprenditoria aretina, rispettivamente Giordano Frangipani Presidente provinciale di Confartigianato Moda Provinciale, e Carlo Donati alla presidenza regionale di Confartigianato Sarti e Stilisti Regionale.
Un settore, quello della moda, particolarmente importante per la provincia di Arezzo e la Toscana, regione che figura tra le protagoniste del made in Italy, che ha sofferto pesantemente per il lockdown della scorsa primavera.
Prima dello scoppio della pandemia la moda italiana nel mondo valeva quasi 28 miliardi (2019 +7.3% rispetto al 2018). Tra i principali acquirenti la Svizzera con quasi 4 miliardi, con una forte crescita (+54,6%) dovuta soprattutto a borse e pelletteria, la Francia (2,9 miliardi +8,2%) e la Germania (2,3 miliardi). Quarti gli Stati Uniti con 1,7 miliardi (+8,9%). Negli ultimi decenni l’alta qualità è stata sempre più determinante e il nostro Paese è il primo in Europa per numero di occupati nelle PMI della moda.
“Più piccole di dimensioni rispetto agli altri paesi Ue – osserva il neo eletto presidente Giordano Frangipani – le nostre imprese hanno una forte interrelazione e capacità di innovazione, flessibilità e grande specializzazione, questo garantisce la forte competitività della filiera. Per dare un’idea di quello che significa, basti pensare che il sistema della subfornitura italiano rifornisce il 60% della moda di qualità del mondo e che l’industria tessile italiana raggiunge il 77,8% del totale delle esportazioni europee”.
Se dunque la qualità è la caratteristica principale del sistema moda aretino e toscano, questa è la strada da percorrere con decisione anche per affrontare i mercati al tempo del covid che fra tanti aspetti negativi, offre anche qualche possibilità da cogliere.
“Tra gli aspetti positivi di questo periodo – commenta Carlo Donati, presidente regionale dei sarti e stilisti di Confartigianato – possiamo annoverare la crescita del numero di persone che prestano attenzione all’ambiente e alla green economy, una presa di coscienza che era già in atto, ma che è certamente cresciuta. In questo contesto la nostra produzione esce vincente per la cura dei dettagli, e per la qualità delle materie usate e del prodotto finito e va valorizzata sotto questo aspetto. Deve risultare evidente il gap qualitativo del fast fashion nei confronti dell’artigianato italiano”.
Qualità però deve fare rima con originalità, ovvero decisa lotta alla concorrenza sleale.
“La concorrenza alle imprese italiane – sottolinea Frangipani – gioca spesso sulla pratica di un lavoro svolto al di fuori di un contesto normativo corretto ed etico, al quale le imprese serie si attengono invece scrupolosamente. Il mondo della moda è stato messo frequentemente sul banco degli imputati e, in particolare, i colossi del fast fashion sono accusati di favorire manodopera a basso costo e orari di lavoro senza controllo. Queste realtà sembrano lontane, ma spesso si possono trovare anche nel nostro paese. Per questo, come Presidente di Confartigianato Moda Provinciale mi impegnerò in prima persona nel contrasto di quelle modalità che vanno contro l’etica e generano una grave concorrenza sleale”.
Il messaggio finale è un invito a serrare i ranghi e mettere in campo tutte le energie per salvaguardare un comparto prezioso e guardare al futuro.
“Con queste premesse – conclude Frangipani – non possiamo farci scoraggiare, nonostante le difficoltà siano molte e innegabili. Dobbiamo pensare che questa pandemia, speriamo prima possibile, avrà comunque un termine. Nel frattempo impegniamoci a individuare e a sfruttare tutti gli strumenti possibili per incrementare le vendite, particolarmente all’estero. Questa è la strada che dovremo percorrere, per le nostre imprese e per tutto il sistema”.
Manuela Boncompagni è stata confermata al coordinamento della Federazione moda e del gruppo regionale Sarti Stilisti