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Confartigianato chiede chiarimenti urgenti sul tema Ecobonus con detrazione al 110 per cento


 

 

Ecobonus con detrazione al 110 per cento, urge chiarezza per le imprese e per i cittadini. L’appello a nome di Confartigianato è rivolto da Luca Baglioni, vicepresidente provinciale e presidente della Federazione impiantisti dell’associazione.

“Urge chiarezza – spiega Baglioni- perché questa norma, che ha lo scopo di rilanciare le attività dell’area casa, ovvero edilizia, impianti, serramenti ecc rischia di ottenere l’effetto opposto a quello voluto e crea una situazione paradossale nella quale anche i lavori già decisi prima del lockdown vengono stoppati in attesa del prossimo primo luglio.”

Ma andiamo per punti per chiarire la questione e tutte le complicazioni che in questi giorni stanno presentandosi alle imprese e fanno si che Confartigianato si trovi sotto l’assedio delle domande degli associati e dei cittadini senza poter fornire risposte certe ed esaustive.

“È stata fatta una grande operazione di comunicazione – spiega Baglioni – ma il decreto Rilancio che contiene questa possibilità di detrarre dalle tasse fino al 110 per cento della spesa per una serie di lavori di efficientamento energetico in realtà non è stato dotato delle gambe per camminare e sta provocando paradossalmente una situazione di stallo. Intanto si tratta di un decreto legge, che deve essere convertito, e già questo pone incertezze perché spesso la legge di conversione contiene modifiche al testo originario, poi perché mancano i decreti attuativi, che devono chiarire molti aspetti applicativi e certamente mancano le direttive dell’ agenzia delle entrate, che rendano certi gli interventi e i requisiti che consentono la detrazione fino al 110 per cento e applicabile la cessione del credito. Questo – continua Baglioni – è uno degli aspetti più interessanti per i cittadini, perché permette loro, in sostanza, di fare i lavori senza pagare, ma è anche uno dei punti più critici per le imprese, perché non tutte le aziende possono permetterselo e allora si deve fare ricorso all’intervento di banche, assicurazioni, finanziarie e simili. In generale – sottolinea il vicepresidente di Confartigianato Arezzo – è passato il messaggio che posso cambiare la caldaia o gli infissi e non pago nulla, anzi ci guadagno anche qualcosa. Non è così, almeno non è così semplice.”

Infatti la norma prevede che per accedere al super sconto del 110 per cento è necessario che l’immobile acquisti una certificazione energetica dopo gli interventi di almeno due classi superiore a quella precedente.

“I telefoni di Confartigianato e anche quelli delle nostre imprese – dice ancora Baglioni – sono presi d’assalto e non è facile spiegare che il meccanismo non è semplice come crede la gente, i lavori per accedere a questo bonus sono importanti, ci vuole un impegno che si aggira su somme che vanno da 30 mila a 60 mila euro, e che non si può dire su due piedi se quello che il cittadino permettermelo vuole fare può rientrare nella detrazione. Per capirlo, a parte le lacune normative che ho già evidenziato, ci vogliono professionisti specializzati e vanno chiamate in causa più imprese. Insomma va fatto un lavoro importante, che costa, dopodiché si rischia che ci venga detto di non farne nulla, perché non era quello che il cittadino si aspettava.”

Ma c’è anche un altro aspetto paradossale.

“SI – spiega Baglioni – perché bisognerebbe che i lavori rientranti in questa agevolazione dovrebbero avere una finestra più ampia, almeno da gennaio 2020. Attualmente le aziende si sono ritrovate a doversi fermare, perché anche chi aveva già deciso, prima del lockdown, di fare lavori di efficientamento e poteva scaricare somme inferiori, ora dice di fermarsi perché vuole rientrare nel 110 per cento. Insomma un vero e proprio boomerang, altro che rilancio.”

L’appello è dunque al Governo perché chiarisca le cose e faccia presto, già nella legge di conversione.

“Noi di Confartigianato – conclude Baglioni – stiamo lavorando su vari fronti, con le banche, le assicurazioni, le finanziarie, per l’aspetto della cessione del credito e abbiamo chiesto che rientrino in questa agevolazione lavori decisi anche a gennaio 2020, ma serve che il Governo chiarisca al più presto tutto il necessario. Altrimenti invece che agire per il rilancio questa norma ci blocca le imprese per altri tre mesi, e dopo i tre mesi di lockdown non possiamo permettercelo.”

 



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