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“Disarmati nella bufera dei dazi. Nessun mercato alternativo vale gli USA”

L'appello di Luca Parrini, Presidente della Consulta Orafa e Presidente di Confartigianato Orafi, nell'intervista rilasciata a "La Nazione"


Mesi difficili per un comparto, quello dell’oro aretino, che rallenta al ritmo delle grandi crisi internazionali. Al ritmo, primo tra tutti, delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che minaccia, a partire dal 1 giugno, un aumento dei dazi sull’export europeo del 50%. Una mossa finora solo annunciata ma non per questo meno d’impatto, che rischia di mettere in ginocchio uno dei settori trainanti dell’economia. Cavallo di battaglia dell’export aretino e toscano. Da solo, vale ben il 2% di quello nazionale.

“Siamo in attesa, ma con poche armi a disposizione – spiega Luca Parrini, Presidente della Consulta Orafa e Presidente di Confartigianato Orafi, intervistato da La Nazione Il clima d’incertezza globale e le continue tensioni commerciali ci lasciano sospesi. La completa mancanza di spirito costruttivo del presidente Trump è disarmante e acutizza la situazione di incertezza del comparto. In questo modo, non c’è possibilità di programmare adeguatamente la produzione: restiamo appesi a una minaccia. Ci auguriamo che come è già successo con la Cina e con il Messico si riesca a trovare una soluzione. Non credo che l’Italia possa giocare questa partita da sola, anche perché il bersaglio è l’Europa, che verrà trattata come un soggetto unico. Credo che tutte le crisi si risolvono mettendosi intorno a un tavolo per trovare un accordo. Per esperienza, so che il muro contro muro nelle mediazioni non serve mai a niente“.

“Il sentore di ciò che potrebbe accadere è già molto difficile in questo momento – aggiunge Parrini – basti pensare al mercato americano nell’ultima fiera dell’oro aretino: non c’è stato. È una differenza netta rispetto al 15 o 20% degli altri anni. Del resto, è comprensibile. Come si conclude un affare senza conoscere il prezzo del prodotto sul mercato da qui a poche settimane? Sarebbe quasi stato meglio avere subito un dato definitivo e sapere quale sarebbe stata la battaglia da dover combattere. Le aziende in questo caso hanno uno spazio di manovra ridotto. Non possiamo lavorare sul peso degli oggetti e svalutarli“.

Sulla reale entrata in vigore dei dazi e sui mercati alternativi, il Presidente Parrini è chiaro L’unica strada è fare pressione per far valere in Europa le necessità del comparto. Come associazione di categoria, lo facciamo in modo molto accentuato. Il tentativo è quello di aprire nuovi mercati come quello in Corea del Sud e in Vietnam, ma che per adesso non possono sostituire un mercato importante e già avviato come quello americano. Un momento di instabilità che si amplifica e di sfiducia che si si sparge. C’è un fermo generale. Basti pensare che l’oreficeria ‘unbranded’ traina il mercato orafo per il 95% e che adesso rischiamo che un oggetto che prima costava 100 euro, da giugno ne costi 150″.

Per saperne di più è necessario contattare il Coordinatore di Confartigianato Orafi, Paolo Frusone (Tel. 0575314285 – paolo.frusone@artigianiarezzo.it).



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