Transizione 5.0, stop ai fondi “Così si penalizzano le aziende che investono”
Il Presidente Maurizio Baldi "Provvedimento che blocca investimenti, pianificazione e paralizza la spinta all'innovazione"
“La Transizione 5.0 doveva essere lo strumento per accompagnare le imprese verso l’innovazione e la sostenibilità. Oggi rischia invece di diventare l’ennesimo percorso a ostacoli che blocca investimenti, pianificazione e fiducia”.
Con queste parole Maurizio Baldi, Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo, commenta la notizia dell’esaurimento dei fondi del piano “Transizione 5.0” annunciata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Chiusure improvvise come questa – aggiunge Baldi – nel momento in cui si era inserita la data del 31 dicembre come termine di presentazione delle domande, penalizzano le imprese che sono in mezzo al guado con investimenti già avviati. Inoltre le imprese sapevano che la disponibilità residua ammontava a oltre 4 mld; un colpo durissimo per tutte quelle piccole e medie imprese che avevano impostato i loro piani di innovazione confidando in un sostegno stabile e prevedibile. Ci sono aziende che avevano già investito in macchinari, misure in cui si erano investiti milioni”.
“Non si può chiedere alle aziende di progettare, investire, formare personale e poi bloccare improvvisamente i finanziamenti. Le imprese artigiane – afferma Baldi – vivono di programmazione, non di annunci: così si strangola la progettualità, non la si incentiva”.
Secondo il Presidente di Confartigianato Arezzo, l’impatto di questo stop va ben oltre la questione finanziaria “La sospensione dei fondi genera incertezza e paralizza la spinta all’innovazione. Molti imprenditori stanno già rinviando o ridimensionando investimenti in tecnologie digitali, sostenibilità energetica e formazione del personale. Resta fondamentale che il Governo garantisca continuità alle misure di transizione tecnologica, anche con meccanismi più flessibili, in grado di sostenere i progetti già avviati e non penalizzare chi ha creduto nel cambiamento. Le imprese artigiane sono pronte a fare la loro parte – conclude Baldi – ma serve un quadro certo, tempi rapidi e procedure chiare. Senza certezze economiche e normative, la Transizione 5.0 rischia di trasformarsi da opportunità a freno per la crescita del Paese”.


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